Page 410 - Libro Sacro Monte di Varallo
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che domina dall’alto seggio; l’altra, che a prima vista può anche sfuggire ad un visitatore poco attento, è quella di Gesù, trascinato nella sala da destra. L’azione è colta nel pieno suo divenire. Il dramma si è appena spostato dal cortile del Pretorio (cappella dell’Ecce Homo) in cui Gesù e Pilato erano l’u- no accanto all’altro sul balcone, per rientrare ora in ambiente interno, nella sala maggiore del Palazzo. Pilato nella pienezza delle sue energie, ha prece- duto Gesù nel breve percorso, si è assiso sul trono e sta già lavandosi le mani. Gesù, affranto, umiliato, martoriato, viene condotto a fatica ed arriva più lentamente, con un po’ di ritardo. Non è infatti ancora al centro, è sul lato destro, appena entrato nell’aula del trono. Le due azioni, più che susseguir- si con incalzante rapidità, avvengono simultaneamente, lasciando sorpresi e sospesi gli stessi spettatori. Ma la sottile psicologia dell’acutissimo regista, che fino a questo punto ha espresso il valore più profondo di tutto il mistero nella contrapposizione tra i due personaggi, dà ora sfogo alla reazione intensa e violenta degli astanti. Anche qui, come in vari altri casi, le passioni, i sentimenti più riposti esplodono e la sensibilità del d’Enrico, attentissimo a tutti i moti del cuore umano, le coglie, le indaga, le fissa, le evidenzia in valori universali con la forza dei gesti, l’imme- diatezza delle espressioni vivissime, l’eloquenza degli sguardi, la spontaneità e la naturalezza istintiva dei movimenti. Il tutto esaltato e potenziato dalla fantasio- sa ricchezza e varietà dei costumi, dalle stoffe preziose ed ornate, dai ridondanti panneggi dei mantelli, dalle armi rilucenti, dalle dorature, dalla policromia quasi fantasmagorica. Come sempre col d’Enrico non ci si trova di fronte ad una folla anonima, ma ogni creatura viene evidenziata nelle sue caratteristiche psicologi- che, nel suo modo di vestire e di comportarsi; ogni figura si distingue e spicca nella sua individualità. Ma questo non è il riflesso della travolgente, irrefrenabile passione dell’arti- sta stesso per la scena che sta realizzando ed in cui, con la sua inesauribile crea- tività ed anche con la sua manualità espertissima, quasi magica, si immedesima. Si immerge nel dramma, lo scruta, lo rivive, catturato dall’entusiasmo per il suo lavoro e dalla soddisfazione per vedere l’opera crescere ed uscire palpitante di vita dalle sue mani. Il personaggio in primo piano ed il tavolino Non ci si deve stupire se nell’ammirare le statue della cappella, degli studiosi e compilatori di guide del Sacro Monte siano stati impressionati da qualcuna in particolare ed abbiano citato ed esaltato un esempio o due tra i personaggi di 410 Cappella - 34
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