Page 406 - Libro Sacro Monte di Varallo
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nel 1617. E se si vuol essere ancor più puntuali, a rischio di passare per pedanti, ad iniziare dalla metà del 17 con la statua di Pilato, quella cioè del protagonista della scena (per questo modellata per prima) fino alla seconda metà del 18 circa per tutti gli altri personaggi, per passare successivamente alla modellazione delle figure per la Guarigione del paralitico. Ma come mai tra l’edificazione dell’aula per contenere il mistero della Lava- tione delle mani e la realizzazione delle statue è intercorso un così ampio lasso di tempo? Bisogna considerare innanzitutto che Giovanni d’Enrico proprio negli anni tra il 1610 ed il 17 è impegnato, sempre sul Sacro Monte, in molteplici altre imprese di particolare responsabilità. Praticamente è il grande esecutore di tutto l’avanzamento del programma voluto dal vescovo Bascapè ed accolto dal suo successore, cardinal Taverna. È il vero, formidabile regista del gran teatro mon- tano. Dipende da lui la prosecuzione delle imponenti opere architettoniche, non solo del Palazzo di Pilato, ma anche della stesura nel 1614 di tutto il nuovo progetto generale del Sacro Monte con l’edificio dell’attuale Basilica, aiutato da Bartolomeo Ravelli. Su lui poi grava l’ideazione e la realizzazione in toto delle parti figurative in plastica. E nel Palazzo di Pilato, appena eretto, erano, come si è ricordato, molti i vani che attendevano di essere popolati dai vari gruppi statuari. Solo i cicli ad affresco sono demandati ad altri maestri: essenzialmen- te Morazzone, Tanzio, Rocca ed il fratello Melchiorre d’Enrico, ma sempre in stretto accordo con lui. Come si è visto trattando singolarmente delle varie cappelle già descritte del Palazzo, fino a quella dell’Ecce Homo, il d’Enrico non ha avuto un momento di sosta, il suo lavoro creativo è stato continuo, con un ritmo incalzante, sebbene coadiuvato dal più giovane fratello Melchiorre e dal garzone, poi aiutante di bottega, Giacomo Ferro. L’ordine di successione delle opere scultoree realizzate nell’arco di quegli anni 1610-18, che mi è stato possibile ricostruire con quasi assoluta certezza è il seguente: 1608-10 Ecce Homo (40 statue); 1610-12 Condanna (27 personaggi); 1612-15 circa Flagellazione (5 figure del d’Enrico e i gruppi statuari del Batti- stero di Novara per il vescovo Bascapè); 1614-16 Prima presentazione di Gesù a Pilato ( 19 statue): 1615-16 circa Cattura (5 figure del d’Enrico); finalmen- te 1617-18 Pilato si lava le mani. Sono tutti misteri contenuti nella struttura muraria del Palazzo di Pilato. Anzi ne sono esattamente i due terzi: sei su nove. Degli altri, uno: l’Incoronazione di spine era anteriore; gli altri due: Seconda pre- sentazione a Pilato e Salita al Pretorio seguiranno nel tempo. 406 Cappella - 34
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