Page 336 - Libro Sacro Monte di Varallo
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seconde, subito dopo quelle della cappella di Gesù condotto ad Erode, modella- te sicuramente tra il 1625 ed il 27. Il testo dice: «Nella cappella dove N. S. fu la seconda volta a Pilato condotto sono statue 20». Segue poi l’enumerazione degli altri gruppi scultorei della Salita al pretorio, dell’Affissione alla croce, della Deposizione, della Pietà e di S. Pietro penitente, tutti misteri per i quali nel 1628 non si era ancora presa alcuna decisione. L’arco di tempo risulta dunque complessivamente di dodici anni, dal 28 al 40. Poiché tutto fa pensare che l’elenco sia stato stilato secondo l’ordine crono- logico di esecuzione dei vari gruppi (l’ultimo risulta quello di S. Pietro peniten- te, che si è visto a suo tempo dover essere stato eseguito nel 1639, ed è quindi l’o- pera conclusiva di tutta l’attività del d’Enrico sul Sacro Monte) se ne dovrebbe dedurre che la Seconda presentazione a Pilato debba seguire immediatamente alla cappella di Erode, la cui parte scultorea era stata terminata nel 1627, e prece- dere le altre cinque nominate successivamente nella “nota” del 12 maggio 1640. Non si può poi dimenticare che nel 30, l’anno della tremenda peste man- zoniana, Giovanni d’Enrico sarà per la prima volta sul Sacro Monte di Orta a raffigurare la cappella della Conferma della regola (n. 7), per cui mancando a tutt’oggi altri riferimenti più puntuali, si può conchiudere che l’esecuzione del gruppo statuario della Seconda presentazione a Pilato deve essere avvenuta, o subito dopo la visita vescovile di monsignor Volpi (22 agosto 1628) e prima dell’andata ad Orta, quindi dagli ultimi mesi del 28 fino ai primi del 30; oppure dopo il ritorno dal Sacro Monte cusiano, cioè dal 1631-32 al 33 circa, cioè prima degli altri gruppi statuari citati in seguito nell’atto del 1640, sempre con la colla- borazione dell’allievo ed ormai collaboratore Giacomo Ferro, come suppose già fin dal 1830 il Bordiga, Stranamente poi esiste una discordanza continua tra gli illustratori e compi- latori di guide per quanto concerne il numero delle figure, molto più marcata di quanto si sia verificato per tutte le altre cappelle varallesi. La nota del 12 maggio 1640 specifica con chiarezza venti statue più la porta che il d’Enrico valutava come quattro statue. Ma in seguito il Fassola con un’espressione ambigua dice: «circa in numero di 23», contando forse anche le statuette che coronano il por- tale. E dopo di lui fino al Bordiga si parla sempre di ventitrè statue; il Cusa in- vece ritorna al numero originario di venti; la guida del 1880 sale a venticinque; quella dell’81 scende a ventidue. Tornano a ventitrè tanto il Tonetti, quanto il Butler, il Romerio ed il Ravelli. 336 Cappella - 29