Page 333 - Libro Sacro Monte di Varallo
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qualche commissione gratificante sul Sacro Monte? Ancora un nome mi corre alla mente: quello del varallese Allasina, del tutto ignoto in Valsesia, ma molto attivo e molto apprezzato, con opere di notevole qualità a Biella e.nel Biellese. Ma oltre alle ragioni addotte dal Fassola, della scarsa soddisfazione dei fabbri- ceri, ed alle ipotesi da me avanzate, è assai probabile che il problema principale, come sempre, fosse quello finanziario. Infatti, anche più avanti nel tempo verranno proposti altri pittori per lavo- rare al Sacro Monte, come ricorda il Fassola riferendosi all’anno 1657; «In quest’anno del cinquantasette il Principe Trivulzo fece lettere di raccomanda- tìone per li Montalti Pittori de’ nostri tempi alli Fabbriceri, quali risposero, e per li desideri dell’Eccellenza Sua, e per li meriti de’ Pittori, che nella prima occasione havrebbero mostrato il preggio, che facevano e de’ suoi cenni e delle virtù delli raccomandati...... Risposta elegante ed abilissima, quanto mai cortese e diplomatica. Tuttavia anche ai Montalti, così raccomandati, non venne affi- data l’esecuzione degli affreschi nella Seconda presentazione a Pilato, e solo un decennio dopo saranno chiamati a dipingere la cappella della Trasfigurazione (1665-71 circa), straordinaria per il senso di spazialità, e poi ancora più tardi nell’80, verranno incaricati di affrescare la cupola della Basilica. Certo la ragione prima era sempre quella economica. Lo si deduce anche dal Fassola quando scrive: «Da molti divoti, e particolarmente dal Dottor Moresi- ni, mentre era l’indicatore di Valsesia è stata promessa una mano d’un Virtuoso per dipingerla tutta, l’anno passato del 1669...». La soluzione per la Seconda presentazione a Pilato, una delle più laboriose, se non in assoluto la più laboriosa di tutte le cappelle, si trovò finalmente in modo graduale, in due tempi, nel decennio 1669-1679, come tutto porta a conchiu- dere. Tutte le guide giustamente ripetono che gli affreschi sono opera di Pier Fran- cesco Gianoli da Campertogno, il maggior esponente della scuola pittorica val- sesiana nella seconda metà del Seicento, oggi notevolmente rivalutato, che fir- mò e datò il ciclo pittorico al suo compimento nel 1679. Ma, come si è visto, il Fassola, trattando della cappella, scrisse: «...è stata promessa una mano d’un virtuoso per dipingerla tutta l’anno passato del 1669, che à quest’hora, che vie- ne in luce questo libro, credo s’harrà occasione di vederla in opra...». Dunque nel 1669-70 sembrava imminente l’inizio del ciclo pittorico, tanto sono esplicite le parole del Fassola. Possibile che si sia nuovamente sospesa l’ini- ziativa ritirandola fino al 78-89? Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 333