Page 287 - Libro Sacro Monte di Varallo
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camate e trattenute in basso ai lati; la terza una persiana completamente distesa, a dare l’idea di una casa viva ed abitata. Compiuta dunque verso il 1618 la parte architettonica si trattava di passare all’esecuzione della scena figurata, anch’essa opera, tra le più significative ed impressionanti, di Giovanni d’Enrico. Nella visita vescovile del 1628 vi si notò la buona disposizione delle statue “ritte dispositae”. La loro datazione si deve dunque collocare -entro il decennio 1618-1628. Ma poiché verso il 17 sono in esecuzione i gruppi scultorei della cappella di ‘Pilato che si lava le mani, ed è da pensare che il loro completamento sia avvenu- to solo qualche anno dopo, e verso il 19-20 sono in fattura quelli della cappella del Paralitico, e poiché tra il 21 ed il 25 con l’aiuto del fratello Melchiorre e dell’allievo Giacomo Ferro, Giovanni d’Enrico lavora ad Oropa per quel Sacro Monte eseguendo i gruppi statuari della Concezione Immacolata di Maria, del Trasporto (1624-25) e della Maddalena (1625 circa), bisogna dedurre che quasi certamente il grandioso complesso scultoreo della cappella di Gesù davanti a Caifa deve esser stato realizzato subito dopo, cioè negli anni 1625-27. Vent’anni dopo, il 5 luglio 1647 nel rendiconto finale dell’opera del d’En- rico al Sacro Monte, morto ormai da tre anni il maestro, si discute ancora tra il suo collaboratore Giacomo Ferro ed i Fabbricieri per il pagamento delle sedie dei Pontefici nella cappella di Caifa, valutate da una parte «a ragion di statue 4 per cadauna sedia» e solo 3 dalla parte opposta, come era «seguito con altri statuari». Giustamente il Vescovo nella sua visita del 1628 aveva ammirato la felice or- chestrazione dei gruppi, ben trentadue figure. Come sempre Giovanni d’En- rico lega in unità corale tutta la scena secondo una regia a lui consueta, ma in- tensamente sentita, d’una grande suggestione morale e d’un’eccezionale forza aggressiva nella sua impostazione frontale, immediata, come nel Paralitico, in Gesù davanti ad Erode, nell’Ecce Homo ed ancora in Pilato si lava le mani, nella Condanna ed al sacro Monte di Orta nella Conferma della regola. Campeggiano al centro i protagonisti, fulcro di tutta l’azione, spesso eviden- ziati da un sontuosissimo trono sormontato da ampio baldacchino, mentre at- torno fa ressa la folla, carica di chiassosa, irrefrenabile vitalità ed alcune figure in primo piano, proprio dinnanzi ai visitatori, fanno da collegamento tra le due schiere di destra e di sinistra, suggerendo anche l’impressione di avanguardia della turba reale dei fedeli che si accalca ad osservare attraverso la grata. Quasi ad infondere più intensa forza espressiva e più impressionante potenza Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 287