Page 262 - Libro Sacro Monte di Varallo
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In seguito a questa visita deve essersi dato sviluppo ai lavori, forse già in piccola parte iniziati in precedenza per il Palazzo di Pilato, su progetto, come pensa il Galloni, del pittore Domenico Alfano di Perugia, operante da tempo sul Sacro Monte, dove fra l’altro aveva da poco finito di affrescare la cappella della Ten- tazione (1599-1600 circa). Venne così abbattuta, e fu un grosso peccato, la cap- pella gaudenziana dell’Annunzio a Maria della sua prossima fine, disperdendo le due statue della Vergine e dell’Angelo per dare spazio al nuovo monumentale complesso e per erigervi al posto la terza redazione della Cattura. Si dovette quindi in parte abbassare il livello del terreno dove passava la stra- da per uniformare maggiormente il piano della futura Piazza dei Tribunali con quello della Piazza Maggiore e si provvide poi ad erigere l’androne di collega- mento tra di esse ed il vano adiacente sul luogo del distrutto tempietto gauden- ziano dell’Annunzio per collocarvi la Cattura secondo l’ordine del vescovo. Si creava così con questi due ambienti, ricoperti da volte, la struttura di base per la cappella dell’Ecce Homo, che venne innalzata esattamente al di sopra. E poiché il 25 luglio del 1609 saranno allogati al Morazzone gli affreschi di questo miste- ro, è evidente che la parte muraria di quest’ultima cappella doveva ormai essere terminata. Per cui si può dedurre che l’ambiente sottostante destinato alla nuo- va Cattura sia stato eretto al massimo tra il 1603 (essendo dell’ottobre del 1602 la visita del Bascapè) ed il 1606-7. Ne risultò un vano di discrete dimensioni, a pianta rettangolare, più largo che profondo, e piuttosto scuro, perché privo di finestre e quindi di luce diretta, ma appunto per questo adatto a contenere la scena notturna della Cattura. Esso è infatti solo collegata con l’antistante androne per mezzo di tre eleganti arcatel- le formanti un trittico, di cui quella centrale più ampia rispetto alle altre due, secondo uno schema simile a quello adottato poi per la rinnovata facciata della Tentazione. Ha inizio a questo punto il terzo capitolo delle vicende riguardanti la Cat- tura. Completata ormai la nuova sede verso il 1607 secondo il volere del vescovo, vi si potevano trasferire dalla cappella posta sulla Piazza Maggiore le dieci statue lignee modellate attorno al 1540 e che quindi vi avevano dimorato per circa sessantacinque anni. Lo spostamento dovette avvenire poco dopo. Infatti in una lettera del 23 dicembre 1613 inviata dal nuovo fabbricere, Gerolamo d’Adda, al Bascapè viene proposto di trasportare le statue e il tavolo dell’Ultima cena, conformemente agli ordini dati dal vescovo nelle visite del 1593 e del 1602, «nel luogo dove hora vi è una cappella vota, dove altre volte era il misterio della 262 Cappella - 23
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