Page 263 - Libro Sacro Monte di Varallo
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presa». Dunque le statue della Presa o Cattura erano già state trasferite nella loro nuova sede non di recente, ma ormai da un certo tempo, forse da qualche anno, come pare si possa dedurre dall’espressione «dove altre volte era il miste- rio della presa». Così l’Ultima cena poteva trasferirsi dalla sua sede originaria sul colle di Sion (ex Cappella degli Esercizi) dove l’aveva ubicata il Caimi in posizione corri- spondente a quella di Gerusalemme, nel punto ove si trova ora, raggiungendo in tal modo la logica successione dei fatti evangelici. Il d’Adda ricorda inoltre nella sua lettera al vescovo che la nuova cappella della Presa è ancora «da dipingere». Se era parsa angusta al Bascapè la precedente sede sulla Piazza Maggiore, ora quella appena costruita risultava vasta per le dieci statue lignee ivi trasferite, cosicché si rese necessario aggiungerne delle altre per rendere più grandiosa ed efficace la rappresentazione. Ciò dovette verificarsi prima del 1617 perchè il memoriale della visita vescovile del cardinal Taverna, successore del Bascapè, avvenuta quell’anno, già ne rileva la presenza. Quest’impresa, stando al Fassola (1617), ripetuto poi da tutti gli altri autori, è ritenuta di Giovanni D’Enrico. Quanto al numero il Fassola così si esprime: «Viene amplificato il Mistero da dieci otto statue in circa, delle quali alcune sono delle vecchie di legno, ed altre di Giovanni d’Enrico»; e questa singolare affermazione viene ripetuta fino ad oltre la metà del Settecento. Poi prevale nelle guide il numero di sedici e solo raramente se ne ricordano ancora diciotto; fa eccezione solo il Manni che nel 1978 parla di diciannove figure. In realtà oggi, ma credo anche in passato, sono in tutto diciassette. Di queste, dieci sono le antiche di legno, ossia: Gesù, S. Giovanni, S. Pietro che inginocchiato taglia l’orecchio a Malco, Malco abbattuto a terra, lo sgherro al fondo a sinistra, quello che afferra Gesù da dietro, quello inginocchiato che reg- ge la fiaccola, Giuda al centro in seconda posizione e le due figure in fondo sulla destra. Che l’aggiunta delle figure di terracotta, modellate tra il 1610 ed il 15 cir- ca, spetti a Giovanni D’Enrico appare ovvio, dato che ormai era diventato lo statuario ufficiale del Sacro Monte. Ma in quel momento doveva essere molto impegnato per eseguire o condurre a termine dei complessi più grandiosi, come quelli della Condanna e dell’Ecce Homo; ritengo quindi che per la Cattura, che era solo da completare con l’aggiunta di alcune figure, e che per di più era situata in una cappella piuttosto oscura, perciò non molto visibile, il maestro si sia limi- Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 263