Page 265 - Libro Sacro Monte di Varallo
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sempre suggestivi e mutevoli, che si sono andati accostando e sovrapponendo nel corso di ben quattro secoli. Essa è veramente unica ed irripetibile per essersi sviluppata e trasformata quasi naturalmente sulla grande spianata del “Super pa- rietem” che guarda a mezzogiorno! Ogni epoca, ogni fase costruttiva del monte vi hanno lasciata la loro impronta, ad iniziare da alcuni degli edifici più sacri ed antichi, voluti e realizzati dallo stesso fondatore, giù giù fino alla marmorea facciata ottocentesca della Basilica. Tutto l’opposto è la Piazza dei tribunali contraddistinta da un incantevole sen- so di armonia, di misura, di regolarità, di equilibrio. Si percepisce subito che è la realizzazione felice di un’unica mente creativa, il capolavoro architettonico ed urbanistico di un unico geniale architetto. Il rigore geometrico della sua planimetria, il perfetto accordo tra le costruzio- ni, il paesaggio circostante e la ricca vegetazione, l’eleganza raffinata delle singo- le cappelle, o meglio sarebbe dire, dei singoli palazzotti evocanti i vari tribunali, in cui si sublima l’alta poesia della più tipica e pura tradizione costruttiva valsesi ana con porticati svelti, leggeri e luminosi, colonne sottili e slanciate, loggette ariose, d’un eccezionale valore scenografico, ne fanno uno dei più sorprendenti e geniali complessi urbanistico-architettonici di tutto il Seicento italiano: com- plesso purtroppo fino ad oggi ancora pressoché sconosciuto alla grande storia dell’arte. Ogni lato, ogni scorcio, ogni punto di vista crea continuamente sug- gestioni nuove, effetti spettacolari ed incantevoli. Ne risulta uno spazio sceno- grafico che evoca quelli effimeri, cioè creati per teatri, spettacoli, cerimonie e feste occasionali, ma realizzato concretamente in pietra e muratura per sfidare i secoli. L’idea di erigere questa piazza non è sorta improvvisa, ma si è andata svilup- pando gradualmente nel giro di qualche lustro, mettendo in atto i piani stabiliti dal vescovo Carlo Bascapè nelle sue ripetute visite pastorali al Sacro Monte. E se il Palazzo di Pilato, che sulla piazza si affaccia, deve essere stato costruito nel primo decennio del Seicento su progetto, come pare, del pittore perugino Do- menico Alfano, la Piazza è creazione indubbia di Giovanni d’Enrico, coadiuva- to forse da Bartolomeo Ravelli. Le relazioni delle due prime visite del vescovo di Novara, compiute nel 1593 e nel 94, ignorano i vari misteri che costituiranno la futura Piazza dei Tribuna- li. È solo con la successiva salita al Monte di Monsignor Bascapè del 5 ottobre 1602 che per la prima volta si manifesta l’intenzione di rappresentare le varie scene di Gesù davanti a Caifas, Pilato ed Erode, che vengono dettagliatamente elencate ed ubicate nella relazione: “Per finire di accomodar l’ordine et compi- Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 265