Page 209 - Libro Sacro Monte di Varallo
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sinistra, tra cui Giuda, ed altri tre sul lato anteriore, visti quindi di spalle; infine un inserviente a destra e due a sinistra. Chi fu l’autore delle sedici statue? L’ipotesi più recente propende per rite- nerle opere della bottega di scultura tenuta dai Frati nel convento delle Grazie, ove era operoso anche quel frate Francesco di cui praticamente non si sa nulla. Ma non escluderei del tutto che si potesse trattare invece delle più antiche opere scultoree in assoluto dello stesso Gaudenzio giovane, sia per l’ingenuo fascino che spirano, sia per la notevole affinità con le sue opere immediatamente succes- sive, sia per l’impianto generale della scena, sia soprattutto per l’ardita disposi- zione delle tre figure in primo piano colte di schiena, con la libertà e la genialità propria soltanto di un grande artista. Del resto queste opere si collocano proprio nel momento cronologico dell’attività iniziale di Gaudenzio. Nella stessa aula poi, come ricorda la guida del 1514, esisteva su di un lato, ma non si specifica quale, un altare con la scena, quasi certamente solo dipinta, della Lavanda dei piedi: In el medemo halato uno altare Dove il Signor fu tanto humiliato Lavar li piedi a suoi cari discipuli Per spegio a noi vedendo tali capituli. Era questo dunque anche uno dei primi luoghi in cui si celebrò Messa sul Sacro Monte, insieme alla Grotta di Betlemme, nell’attuale sito dell’Adorazione dei pastori, ed alla cappella dell’Assunzione della Vergine. Ed è un vero, grande peccato che nelle successive trasformazioni, questa scena e tutti gli altri dipinti originari già citati nella stessa guida del 1514, siano andati perduti. La guida infatti ricorda «questo gran cenaculo ... Ornato e pincto facto per mirare». Ma il peggio è che siano andati perduti in tempi molto recenti. In- fatti il Galloni ancora nel 1914 ricorda che: «Nell’interno conservansi residui di pitture della scuola di Gaudenzio. Sono fasce di vaghi intrecci di colori, ele- vate ad arco sopra i pilastri simulanti un porticato che sembra, con la scala d’ac- cesso, voler dare qualche nota di somiglianza con parte della Moschea in cui sul Sion trovasi il luogo del Cenacolo. Il resto fu tutto coperto con un soprastrato di calce. Avendolo però in vari tratti rimosso è possibile di formarsi un’idea della scena quantunque i dipinti rinvenuti a luce siano spietatamente pregiudicati da fitte intaccature. Il portico è dentro un recinto chiuso da ammattonato, fatto ad una certa al- tezza, rivestito in parte d’arbusti rampicanti ed in parte di fitta siepe tempestata di fiorellini e di piccoli labari. L’effetto doveva essere gradevole. L’intonaco, es- Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 209
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