Page 205 - Libro Sacro Monte di Varallo
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cento, tanto da far pensare che la cappella, iniziata vivente ancora il Caimi nel luogo da lui prestabilito, sia stata continuata e conclusa dopo la sua morte in piena età gaudenziana. In origine la cappella, situata sul punto più elevato del monte Sion e ricoperta da un tetto a padiglione, era del tutto isolata e dominava verso levante sull’allora assai umile residenza francescana, da cui la separava una breve riva in seguito occupata dall’attuale cantina della cinquecentesca costruzione che avrebbe do- vuto contenere il mistero della Pentecoste. Così ce la presenta la più antica ve- duta del Sacro Monte conservata nella Pinacoteca di Brera a Milano, con le sue repliche di Caresanablot e del Duomo di Torino. All’esterno, ora, rinserrata tra il campanile settecentesco da una parte ed il fabbricato eretto per la Discesa dello Spirito Santo dall’altra, la cappella della Cena ha perso gran parte del suo originario prestigio. Essa mostra ancora intatte le due pareti lunghe, che rivelano un organismo piuttosto greve e prevalentemente orizzontale, accentuato anche dalla trasfor- mazione del tetto dalla forma a padiglione a quattro falde a quella a capanna a soli due spioventi. Ma i tozzi contrafforti che contraddistinguono le fiancate, denotano uno schema strutturale arcaico e per altro quasi del tutto inconsueto sul Sacro Monte. Infatti solo nella cappella gaudenziana dei Magi esisteva un contraf- forte, ma di tutt’altro slancio, sull’angolo Nord Ovest (ora segato inferior- mente dalla volta dell’androne seicentesco), visibile solo dal lato Ovest nella sua parte più elevata sovrastante la volta dell’androne, anch’esso a filo della facciata, proprio come nella Cena. Tuttavia la presenza dei contrafforti, tre per lato, in una costruzione così poco elevata come la cappella del Cenacolo, appa- re quasi del tutto superflua e viene da pensare o ad un espediente per ridurre l’eccessiva orizzontalità dell’edificio, o alla timida prova di un costruttore alle prime armi, ancor inesperto della statica delle costruzioni in pietra spaccata od in grossi ciottoli di fiume. Che sia stata una delle prime esperienze del giovane Gaudenzio architetto? Certo, molti elementi rivelano evidenti analogie con quelli di costruzioni gaudenziane. Così lo zoccolo a bancale, che rincorre su parte dei lati ed in fac- ciata, si è già visto nell’interno della Circoncisione e si incontrerà anche sotto l’a- trio della cappella di Loreto alle porte di Varallo, oltre a comparire nella stanza dell’Annunciazione affrescata nel primo riquadro della parete di S. Maria delle Grazie nel 1512/13. L’alto zoccolo che divide quasi in due piani le pareti (forse anche per sug- Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 205