Page 196 - Libro Sacro Monte di Varallo
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te, per togliere nel riguardante ogni impressione di degrado e di trascuratezza, eliminando così ogni elemento negativo di disturbo. • La Porta Aurea Oltrepassata la cappella dell’Ingresso di Gesù in Gerusalemme, nel salire verso la Piazza Maggiore del Sacro Monte, s’incontra la barocca e scenografica Porta Aurea, con cui ha inizio il lungo portico della «Casa Parella». Questo sontuoso arco segna la separazione ed il passaggio dal ciclo della vita pubblica di Gesù a quello della passione, che si svolge a Gerusalemme. Ed appunto a Gerusalemme esiste la Porta Aurea, alla quale, a partire dal IV secolo fu legato il ricordo del mendicante guarito da S. Pietro; nel VI vi fu aggiunto quello dell’incontro di Gioacchino ed Anna; nel VII anche quello dell’entrata di Gesù in Gerusalemme nel giorno delle Palme; nell’VIII il ritorno dell’imperatore Eraclio con la Croce ripresa ai Persiani. Essa è costituita da una doppia arcata, ma i musulmani la murarono e ritengono che si riaprirà soltanto alla venuta di Gesù o di un altro personaggio apocalittico. I pellegrini del medioevo la citano nelle loro relazioni di viaggio, come Nic- colò da Poggibonsi nel secolo XIV, con un certo riguardo. Ma quelli della se- conda metà del Quattrocento (cioè dell’epoca del Caimi), come Gabriele Ca- podilista (1458) e Santo Brasca (1480), la nominano solamente, senza nessuna particolare attenzione. Essa infatti costituisce soltanto un ricordo minore, di secondaria importanza fra i tanti ben più sacri di Terra Santa. Per cui nulla fa pensare che il Caimi abbia avuto l’intenzione di rievocarla a Varallo. Quanti altri monumenti di pari livello avrebbe allora dovuto riprodurre! Pur tuttavia, secondo il Romerio, la tradizione varallese vorrebbe che proprio il Caimi l’avesse «segnata nel piano del nascente santuario». È certo comunque che l’origine della Porta Aurea del Sacro Monte non è per nulla legata al periodo iniziale della Nuova Gerusalemme valsesiana ed al suo fondatore. Ma anche dopo di lui, per lungo tempo non vi è alcun accenno all’idea di volerla erigere, come risulta dalle guide del 1514, del 1566 e del 1570, che non ne parlano affatto, mentre sono sempre sollecite nel citare i misteri che si aveva intenzione di erigere. Analogamente a varie altre cappelle, soprattutto riguardanti la vita pubblica di Gesù, è solo con il «Libro dei Misteri», compilato, come ben noto, da Ga- leazzo Alessi nel 1567-68, che per la prima volta se ne tratta e se ne presenta il progetto. Il richiamo non è dunque più direttamente riferito alla Terra Santa ed in particolare al monumento là esistente, ma essenzialmente alla rievocazione 196 Cappella - 19
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