Page 140 - Libro Sacro Monte di Varallo
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denti in Roma, che quindi dovevano essere già abbastanza numerosi negli ultimi decenni del Cinquecento, tanto da formare quindi una piccola comunità. Si tratta dunque di una notizia importante per quanto riguarda la storia dell’emigrazione valsesiana, e si tratta pure della prima testimonianza in ordine di tempo di un intervento specifico di committenza non per opera di un bene- fattore singolo, ma di un gruppo, di un’associazione di Valsesiani lontani dalla loro terra, e per questo a lei particolarmente affezionati e legati da tanti nostal- gici ricordi. È evidente però una forte discordanza tra i dati deducibili dalla guida del 1583 e quelli della scritta, che viene a posticipare di ben dodici anni il compi- mento dei lavori. Eppure non è possibile dubitare di quanto afferma la guida, quasi contemporanea all’esecuzione dell’opera, e confermata anche, come si è visto, dalle altre riedizioni immediatamente successive ed anteriori al 1595. Bisognerà allora pensare che pur essendo la cappella già dotata fin dal 1582 circa di statue e dipinti, non fosse ancor del tutto terminata nelle rifiniture, mancasse per esempio dell’intonaco sulle pareti esterne e, completata appunto questa par- te nel ‘95, vi sia stata apposta la scritta ad perpetuami rei memoriam? Insostenibile è pensare che pittore e scultore avessero già progettato le loro opere prima dell’83, terminandole solo attorno al 95, e che le guide, ritenen- done sempre imminente l’esecuzione, le avessero già descritte come compiute. Infatti dalla relazione della visita del venerabile Bascapè, vescovo di Novara, av- venuta nel settembre del 1593, quindi anteriore alla scritta che reca la data del 1595, non risulta che nella cappella vi fossero dei lavori incominciati e da finire o completare, né di carattere architettonico, ne di scultura o pittura. Il vescovo nota solo che la statua della Samaritana era «nimis lasciva, cioè troppo procace, e che la catena del secchio era da rifare» magis verisimilis». Dunque la cappella era terminata e certo già da tempo. La presenza però della piccola data 1897 ai piedi della scritta, che evidente- mente indica l’anno in cui, resa quasi illeggibile dal tempo e dagli agenti atmo- sferici venne ripassata, o ridipinta, suggerisce un’altra ipotesi, e cioè che trat- tandosi appunto di una scritta ormai fatiscente, la data di compimento della cappella sia stata trascritta in modo errato. Un caso simile, molto palese, è quel- lo capitato al decreto vescovile che vietava di scrivere sui muri, affrescato nella precedente cappella della Tentazione, ove la data 1594 venne spesso letta erro- neamente come 1524. E quindi assai probabile che nel 1897 si sia scritto 1595 invece per esempio di 1575 non riuscendosi più a leggere una cifra, oppure 1595 invece di 1698, la data cioè che è riportata sulla lapide in pietra posta sulla porta 140 Cappella - 14