Page 145 - Libro Sacro Monte di Varallo
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l’acconciatura raffigurata dal Cusa. Ma al di sotto della parrucca si scorgono ancora, purtroppo raschiati, i resti della capigliatura in stucco modellata insieme alla figura e quindi originaria, e lo stesso caso si verifica anche per la statua di Gesù. Dunque nei decenni trascorsi tra l’edizione dell’opera del Cusa e quella del Butler è stata operata una modifica assai appariscente. Credendo con grossa ingenuità di fare bene si è seguito il consiglio del Cusa; si è rovinata la capiglia- tura autentica cinquecentesca delle due figure e si è sostituita con quelle attuali, color paglia, con il risultato che ancor oggi vediamo. Il gruppo statuario ha così perso parte del suo valore originario e della sua autenticità. Ma chi fu l’autore di queste interessanti sculture? Il nome purtroppo fu ben presto dimenticato. A poco meno di un secolo di distanza il Fassola già lo ignorava e così di seguito dopo di lui lo ignorarono il Torrotti e numerosi altri compilatori di guide. Bisogna giungere al 1777 per trovare per la prima volta nel Bartoli il nome di Fermo Stella, nome già avanzato per varie altre cappelle, ma insostenibile per questa e per le altre anche solo per ragioni cronologiche, oltre che per l’impossibilità di dimostrare che lo Stella si sia dedicato alla Scultura. Pur tuttavia l’assegnazione a lui venne ripetuta pedis- sequamente ed ininterrottamente nelle numerose guide edite dal 1777 al 1829. Più attento il Bordiga per primo riconobbe che l’attribuzione era inaccettabile e parlò d’ignoto autore; cosi da allora molti lo seguirono, come il Cusa, il Torrotti ecc.; solo talora ricomparve l’assegnazione allo Stella, più spesso si preferì usare la formula di «autore ignoto» o di «incerto autore», e così si è giunti sino ad oggi. Il Butler però aveva pur notato per primo che le due statue erano di stucco e non, come si pensa di solito, di terracotta. Cosa a cui in seguito più nessuno ha badato. Ma a questo punto, come già abbiamo sottolineato ripetutamente trattando di altre cappelle in precedenza incontrate, constatando che le due figure di Gesù e della Samaritana sono di stucco e certamente anteriori al 1583, è facile pensa- re che possono essere anche loro opera di quello stesso scultore milanese, per ora purtroppo ancor privo di nome, che fu assai attivo sul Sacro Monte proprio tra il 1572 e I’82-83 e fu forse l’unico che vi operò in quel giro di anni, eseguendo appunto in stucco: 1°) le due statue di Maria e di Elisabetta per la Visitazione, modellata a Milano e trasportate a Varallo nell’ottobre del 1572 (sostituite poi, come pare, dalle attuali del Tabacchetti); 2°) Adamo ed Eva per la cappella del Paradiso terrestre, dopo esser salito lui stesso sul Sacro Monte verso la fine del Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 145
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