Page 143 - Libro Sacro Monte di Varallo
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lo inferiore delle bianche pareti laterali ha creato un vistoso vuoto assimetrico che altera in modo troppo evidente i rapporti armoniosi preesistenti tra le varie parti della superficie. Si otteneva tuttavia così il vantaggio di un più facile e funzionale defluire dei pellegrini, non più costretti ad entrare ed uscire attraverso un’unica porta, ma fatti passare dall’ingresso sul lato nord all’uscita su quello sud, lungo un cor- ridoio delimitato sulla destra dall’ormai ininterrotta parete di facciata, e sulla sinistra dal bancone inginocchiatoio con sovrastanti grata e vetrata attraverso alle quali osservare la scena evangelica per tutta la sua lunghezza, con soluzione analoga a quella della cappella dei Magi. Ma chi fu l’architetto che diede il progetto originario per il tempietto della Samaritana? Nessun documento ce ne parla. Tenuto però conto che la cappella è di struttura parallelepipeda, come sarà poi quella della Strage degli innocenti iniziata nell’86, che presenta anch’essa le fasce o lesene agli angoli, quasi per raf- forzare le strutture, si potrebbe forse avanzare l’ipotesi che essa possa essere una delle prime imprese del giovane Enrico d’Enrico, che circa un decennio dopo legherà il suo nome oltre che alla cappella della Strage anche alla Porta di Strada a Vercelli, segno di una fama ormai raggiunta anche fuori dai limiti della valle. Passando alla parte figurativa, certo la scena non si presenta come una delle più suggestive ed attraenti del Sacro Monte per grandiosità di concezione, limi- tata come è per il suo stesso soggetto alle due sole figure dei protagonisti ed al pozzo, isolate al centro di un vano assai capiente. Il progetto dell’Alessi che prevedeva, come già si è detto, un’abside centrale af- frescata, entro la quale accogliere il gruppo scultoreo, avrebbe in questo caso raggiunto un risultato assai più valido e di pieno accordo tra la scena portante ed il fondale pittorico. Ma sebbene sia stata ignorata la soluzione architettonica alessiana, e non solo per questa cappella, per quanto riguarda le raffigurazioni interne già ebbe giu- stamente a notare il Galloni che esse «tengono assai delle macchiette pitturate in chiaroscuro» nel «Libro dei Misteri». Ciò si può constatare sia per il Bat- tesimo che per la Tentazione, il Figlio della vedova, la Trasfigurazione, la Resurre- zione dì Lazzaro e l’Ingresso in Gerusalemme, e lo si verifica con piena evidenza nella Samaritana al pozzo, non solo per lo schema generale, ma in buona parte anche per le pose dei personaggi. Segno che lo scultore si ispirò direttamente allo schizzo alessiano, ottenendo un risultato assai positivo nella composizione del gruppo così ricco di spontaneità e naturalezza e cosi efficace per il rapporto espressivo dei due personaggi. La figura poi della Samaritana è stata modellata Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 143
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