Page 139 - Libro Sacro Monte di Varallo
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riale» del 12 novembre, conservato nell’archivio d’Adda, si ordina di erigere un «pilastro», cioè un pilone con raffigurato in piccolo il soggetto della scena nei vari punti prescelti per il Battesimo, la Samaritana, il Figlio della vedova e l’En- trata di Gesù in Gerusalemme. Il «memoriale» stesso spiega in cosa dovevano consistere questi «pilastri»: «li quali pilastri siano sopra di essi fondamenti a modo di una cappelletta nella quale sia una incassatura dove se gli possa per ciascuno pingere il suo misterio che habbi da stare sino a tanto si finiranno delle Capelle». Ma intanto è avvenuto quel fondamentale mutamento sul piano operativo rispetto al «Libro dei Misteri», consistente nel processo di arretramento scala- re che già si è notato per la Fuga in Egitto, la Strage degli innocenti, il Battesimo e la Tentazione, che viene spostata all’indietro nella «Chiesa negra», ove si trova anche oggi. Per cui, seguendo lo stesso spostamento all’indietro a catena, il mi- stero della Samaritana viene a trovare la sua collocazione subito dopo la «Chie- sa negra» e sul suo stesso lato della strada. Qui già ce lo presenta con la sua pianta quadrata, cosi come è oggi, la planimetria del Sacro Monte appartenente alla raccolta Ferrari della Biblioteca Ambrosiana di Milano, datata attorno al 1576-80. Unica variante la presenza di una sola porta sulla facciata rivolta verso occidente, al posto delle due attuali sistemate sui lati, una di fronte all’altra. Certo l’erezione della cappella dovette iniziare non molto dopo il 1572, se si pensa che il «memoriale» è del novembre di quell’anno, quindi forse già nel ‘73, e compiersi con discreta celerità se la costruzione è non solo segnata con esattezza nella planimetria della raccolta Ferrari, ma risulta anche dotata delle statue, e direi anche dei dipinti, nella guida del 1583. Infatti nell’elenco dei vari misteri, contenuto nella parte introduttiva, si dice: «La Samaritana e ragionamento con N.S. al Pozzo, fatta di rilievo». Poi nella descrizione in versi si accenna anche a «...come a Giesu venne / Il popol tutto, che questo sentia,...» con riferimento evidente alla folla ed agli Apostoli raffi- gurati sullo sfondo dipinto ad affresco entro «...un tempietto, che di nuovo è fatto...». Le stesse espressioni ripeteranno le successive guide del 1585 e 87. Quindi il periodo esecutivo, comprese anche le parti scultoree e pittoriche, si può restringere tra il 1573-74 e l’82. Ma sulla parete esterna del tempietto, verso mezzogiorno, una scritta così dice: «Questa cappella fu principiata e finita colle elemosine raccolte nella bus- sola dei Valsesiani abitanti in Roma -1595», e più sotto in caratteri più piccoli compare la data 1897. Da ciò veniamo a sapere che l’impresa venne finanziata dai Valsesiani resi- Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 139
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