Page 134 - Libro Sacro Monte di Varallo
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po’ languido, dal timbro cromatico pallido e quasi fiacco, lontano dalle espres- soni violente e spesso stridule di Melchiorre e dalla sua rustica forza montanara, dimostra che non si tratta di un’opera sua. Tutto porta dunque a conchiudere che autore dei dipinti non fu Melchiorre, ma l’Alfano. Cosi un’inesattezza del Fassola venne accolta come un dato sicuro e venne ripetuta fino ad oggi da quanti si sono interessati alle cappelle del Sacro Monte ed al d’Enrico, salvo che dal Benevolo, che ebbe a notare la profonda differenza di stile di questi affreschi rispetto alle opere sicure del Melchiorre. Ci troviamo dunque di fronte all’unica pittura finora nota e documentata dell’Alfano, opera che dovette venir eseguita tra il 1599 ed il 1600. Forse si trat- ta anche del suo lavoro più impegnativo e della sua ultima impresa prima di scomparire dalla scena artistica del Sacro Monte. Gli affreschi rappresentano: sulla parete di fondo Gesù accompagnato dal de- monio che si avvia verso il tempio; su quella di sinistra la seconda tentazione; su quella di destra Gesù sulla cima del monte che respinge Satana mentre gli angeli si avvicinano a lui per adorarlo. Verso la fine del 1610, o subito dopo, vivo ancora monsignor Bascapè, verrà dipinto sulle pareti dell’atrio il decreto da lui emanato il 29 settembre 1594 che vietava di scrivere sui muri delle cappelle. Tre giorni dopo il 29 settembre, il Vescovo aveva stilato la lettera con l’ordine di far stampare quei decreti per affiggerli in latino ed in italiano sulle pareti delle cappelle. Ma nella Tentazione, perchè fossero più duraturi nel tempo, essi vennero riportati direttamente sui muri, in tedesco, come ricorda il Fassola, sul lato dal quale si entrava, ed in italia- no su quello d’uscita, verso mezzogiorno. La data del documento (1594) posta in calce, generò però un grosso equivoco in molti compilatori di guide del Sacro Monte, che credettero di dover datare a quell’anno la cappella. Ripassate poi in epoca successiva le scritte ormai sbiadite e poco leggibili, le date vennero riportate in modo errato scambiando il 9 con un 2, e così si credette di leggere 1524 e si scrisse questa data, per cui altri illustratori del Sacro Monte credettero di poter far risalire la cappella a quell’anno, creando nuova confusione. Insieme a questi decreti di monsignor Bascapè erano stati contemporanea- mente scritti sulle pareti anche quelli emanati dal Senato di Milano il 10 settem- bre 1610. Ma la cappella risultava estremamente buia non essendo stata dotata di fine- stre dopo l’occlusione del piccolo occhio sulla parete di fondo; né le tre porte: d’ingresso sul lato di sinistra, d’uscita su quello di destra, e la terza sulla faccia- 134 Cappella - 13