Page 132 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Più tardi, su indicazione del vescovo Bascapè, in seguito alle sue visite pasto- rali del 1593 e 94, la figura del demonio venne notevolmente modificata nelle vesti con sovrapposizione di tele irrigidite per coprirne le nudità. Per quanto riguarda i molti animali, che con ogni probabilità non poteva- no ancora esistere nella prima redazione della scena, già in atto nell’83, perché troppo angusta, è assai probabile che l’autore sia stato veramente il Tabacchetti, come molti hanno scritto, e come ritiene anche il Galloni. Egli infatti ricorda che lo scultore, proprio lo stesso giorno in cui si assumeva l’incarico di modellare le statue per la nuova Salita al Calvario (17 aprile 1599), presenziò come testimone al contratto fatto col pittore Alfano per eseguire gli affreschi della Tentazione e per dipingere le statue. Ciò, secondo il Galloni, “tende a persuadere che gli animali fossero plasmati da lui e di fresco, essendo ovvio che alla loro dipintura si avesse dovuto provvedere sollecitamente dopo la formazione”. Tuttavia il vescovo, cardinal Taverna nel 1617 trovò poche le figure degli animali e consigliò di aumentarne il numero. Cosa che molto verosimilmente dovette esser attuata poco dopo. Infatti, osservando la xilografia di Giovacchi- no Teodorico Coriolano, eseguita per illustrare questa cappella nella guida del 1611, quindi anteriore di alcuni anni alla visita del Cardinale, anzi intagliata quasi certamente verso il 1606, quando il Coriolano fu a Varallo, non compaio- no ancora tutti gli animali oggi esistenti, ma evidentemente solo quelli model- lati dal Tabacchetti, e precisamente: all’estrema sinistra, di fianco al demonio il trampoliere; sotto di lui, ai piedi della roccia un serpente; in primo piano la lupa con tre lupacchiotti; dietro al demonio un grosso cinghiale; davanti a Gesù, proprio al centro, un grande orso con due orsacchiotti; dietro al Cristo, verso destra, un istrice; più a destra infine un leone che sbrana un altro animale, forse un capretto. Mancano dunque; un leopardo in primo piano all’estrema sinistra; la gran giraffa al fondo a sinistra, una delle figure più appariscenti e caratteristiche di tutta la cappella; un secondo leopardo all’estrema destra (che però nella xilogra- fia che illustra le guide del 1765-1807 e 1919 compare al centro, sullo sfondo tra il demonio e Gesù). Non si può invece dire a quale dei due momenti possano appartenere alcuni serpenti che era impossibile riprodurre per le loro troppo piccole dimensioni nelle varie xilografie e litografie, come uno situato dietro al demonio ed altri che compaiono sulla destra. È ovvio che gli animali appartenenti al secondo gruppo, eseguiti proprio men- tre operava al Sacro Monte Giovanni D’Enrico, debbano esser stati modellati 132 Cappella - 13
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