Page 584 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Persino le nubi sui due sfondi di cielo sono trattate in modo totalmente diver- so: mosse ed ammatassate sulla parete di fondo, striate e longitudinali sull’altra. Si ha quasi l’impressione, ovviamente insostenibile, che 1’affresco, e quindi le parete di destra sia stata fatta ruotare, un certo indefinito momento, di qual- che grado, spezzando l’unità, la continuità originaria. Oppure si può supporre, come già ho ipotizzato trattando dei problemi architettonici della cappella che la parete destra, forse originariamente convessa, sia stata successivamente rettifi- cata. Ma anche in tal caso, perché nessuno, Gaudenzio in primis, mai intervenne per ricucire, per ricollegare con poco dispendio, con pochi ritocchi, i dipinti delle due pareti nel loro punto di congiunzione? Sembra veramente assurdo che Gaudenzio avesse deliberatamente creato una situazione così anomala, così inspiegabile, ed a cui nessuno finora ha mai posto attenzione. Si trattò forse solo di una distrazione, di una dimenticanza del pittore in- calzato da nuovi, più importanti ed urgenti impegni, con 1’intenzione di porvi rimedio in futuro? Fu un’ imprecisione che doveva venir schermata dalla statua di Gesù posta avanti? È troppo sperare che i restauri ci possano illuminare al riguardo? Che ci per- mettano di eliminare almeno alcuni dei tanti interrogativi che mi sono sgorgati nella mente e che ho coraggiosamente avanzato, sperando che si possa fare chia- rezza? Un fatto però è inconfutabile. Al di là di tutte queste incognite, che rendono problematica la conoscen- za della cappella, delle sue strutture così irregolari, del suo complesso pittorico spezzato sull’angolo, la cappella stessa può vantare un notevole primato rispetto a tutte le altre. Essa infatti è la prima che presenti una fusione, un rapporto fi- gurativo diretto, una continuità narrativa tra parte scultorea e fondale affresca- to. Si potrà obiettare che qualcosa di simile doveva già avvenire nella cappella dell’Ascensione, una delle prime tre già esistenti il 14 aprile 1493, che sorgeva ove venne poi eretto nel Seicento il mistero della Trasfigurazione sul Monte Tabor. Ma li gli apostoli affrescati lungo la parete circolare, costituivano solo un coro umano, erano spettatori, non veri attori, veri protagonisti. Qui invece, nell’o- riginaria Salita al Calvario la composizione, la sacra rappresentazione, partiva dagli affreschi del lato destro con la Vergine Addolorata, s. Giovanni, il soldato dal ricchissimo elmo di reminiscenza peruginesca, per proseguire con due dei protagonisti, i ladroni condannati alla crocifissione insieme a Gesù, spinti dal cavaliere dal gesto ampio e deciso. Sono loro che chiudono il corteo che si concretizza plasticamente al 584 Cappella - 40