Page 581 - Libro Sacro Monte di Varallo
P. 581
per vertice Nicodemo con gli attrezzi in mano. Tutto si sviluppa frontalmente, schermando così in parte gli affreschi gaudenziani della parete di fondo, soprat- tutto quelli in basso, legati in modo più evidente alla Spogliazione delle vesti, mentre le figure più alte dei cavalieri e le bandiere non contrastando in modo netto, possono fungere da completamento alla scena scultorea. L’impianto compositivo parte da tutta la tradizione gaudenziana e laniniana vercellese, traendone spunto forse in modo particolare dal Compianto sul Cristo morto del Lanino, datato 1545, oggi alla Galleria Sabauda di Torino, allora nella Basilica di S. Sebastiano a Biella, che il d’Enrico potè certo più volte vedere nelle sue ripetute trasferte ad Oropa per modellare vari gruppi statuari in quel Sacro Monte, proprio nel giro degli stessi anni, a partire dal 35, ma soprattutto nel 36, 38-40. Le figure però rivestono i tipici abiti della “sartoria” del d’Enrico, rifacendosi in parte a quelli già sfoggiati nella cappella precedente di Gesù schiodato dal- la croce; spicca fra tutte la figura di Giuseppe d’Arimatea con 1’inconfondibile copricapo: là a metà della scala a piuoli, qui chino nel sorreggere Gesù sul lato sinistro. E se il nucleo centrale si stringe attorno al corpo inerte del Cristo, le altre figure in piedi vivono per conto loro il proprio dolore. Anche qui, come nelle cappelle di Oropa, notevole deve esser stata la colla- borazione con Giacomo Ferro. Qua e là, in modo più o meno evidente par di scorgere la mano dell’allievo e poi socio, come nel panneggio dell’abito azzurro di S. Giovanni Evangelista, fitto di pieghe uniformi, ripetitive, come avverrà po- chi anni dopo anche a Montrigone. Nel complesso l’insieme rivela meno ricerca spettacolare, meno effetto dram- matico, meno spericolata inventiva, ma un’atmosfera più statica, più pacata, una ricerca di un sentimento più raccolto, che si sublima nell’accostamento, nell’intimo colloquio dei due volti della Vergine afflitta e del Cristo morto. Gli affreschi Come la struttura muraria del sacello, oggi contenente la Pietà, presenta gros- se anomalie, irregolarità e problemi, così anche i dipinti sulle sue pareti interne rivelano delle incongruenze per ora non risolte. Non si tratta, come per lo più avviene nelle cappelle del Sacro Monte, di un vero e proprio ciclo di affreschi che riveste unitariamente ed ininterrottamente tutto il vano, ma di dipinti che si stendono solo sulla parete di fondo e su quella di destra. Ed è ovvio che risalendo all’originaria redazione della scena sacra, si Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 581
   576   577   578   579   580   581   582   583   584   585   586