Page 496 - Libro Sacro Monte di Varallo
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adunanza della fabbriceria, autenticato dal notaio Gian Giacomo Cravazza in data 12 settembre 1638, in cui si tratta dell’Affissione alla croce, sta scritto: “Si è espresso di dare a fare altre statue per accomodare et in rifare altri misterii et che cessi lui et suo garzone M. Giacomo del dipingere le statue”. Conferma anche questa che lo scultore aveva conchiuso l’esecuzione della scena scultorea dell’In- chiodazione e che stava dipingendo le figure. Che le nuove statue richieste al d’Enrico siano quelle del S. Pietro penitente, della Salita al Pretorio e della Pietà è facile pensarlo, perché eseguite dopo quelle dell’Inchiodazione, e le ultime due proprio in seguito al mutamento di percorso, attorno al Calvario, dovuto appunto alla costruzione di questa cappella. Era anche logico che i fabbriceri cercassero di approfittare, mentre erano an- cora in tempo, dell’opera insostituibile del d’Enrico, distogliendolo da un com- pito molto più artigianale e modesto, come quello di dipingere le statue, che avrebbe dovuto esser eseguito da mani più modeste. Quasi due anni dopo il verbale del notaio Cravazza, esattamente il 12 maggio 1640, nell’elencazione delle statue del d’Enrico che ancora non gli sono state pagate (Numero et nota delle statue che anco no sono state numerate et delle quali M. Gian d’Enrico statuario dei Sacro Monte di Varallo pretende esser soddisfatto) risulta al quarto posto che “Nella cappella della Crocifissione (cioè dell’Inchioda- zione) sono in piedi: statue 46 statue a cavallo 17 cavalli n. 11 quali sono stimati statue 44 et un pezzo di cavallo in un cantone murato con un cane”. Un complesso quindi dì ben settantaquattro statue, tenendo distinte le fi- gure a cavallo dai cavalli, oltre al mezzo cavallo ed al cane;un’impresa di una grandiosità senza pari; il complesso più numeroso di tutte le cappelle varallesi e forse di tutte le cappelle dei vari Sacri Monti. L’elenco, che corrisponde sostanzialmente ancora alle statue oggi esistenti, non risulta però perfettamente esatto, perché per esempio i cani sono due, non uno soltanto. Quindi o Giovanni d’Enrico è stato un po’ distratto nel contare, o forse qualche figura minore venne aggiunta in seguito. Nel ‘38 però, molte parti secondarie del complesso scultoreo non erano state 496 Cappella - 37
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