Page 397 - Libro Sacro Monte di Varallo
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bambini ad osservare l’avvenimento principale, è stata ritrovata la scritta, trac- ciata in tinta verde, “Melch Graber” a Pare che debba riferirsi all’autore della coloritura del gruppo, in aiuto all’altro Melchiorre. Il cognome, o soprannome Graber, come giustamente ritiene il Gentile, deve alludere al Riale di Alagna, frazione d’origine dei d’Enrico. Ma il nome di Melch., ossia Melcher Graber, è pur quello di un pittore alagnese, finora sconosciuto, Melchiorre Enrico Gra- ber, attivo in Germania con i suoi fratelli presso il conte di Ortenburg, vicino a Passau. Egli nel 1590 viene insignito dello stemma gentilizio dallo stesso conte di Ortenburg in riconoscimento dei suoi meriti, come risulta dalla pergamena in possesso degli ultimi discendenti. Pare dunque di dover conchiudere che il Melch. Graber che lasciò la sua firma sul copricapo di una delle statue dell’Ecce Homo sia da identificare con quel pittore Melchiorre Enrico Graber (da cui poi il cognome Grober) attivo in Germania negli ultimi decenni del Cinquecento. Tornato in patria, deve aver prestato la sua collaborazione, quasi come un volontariato di quei tempi, con i d’Enrico, o meglio gli altri d’Enrico, portando anche lui il nome Enrico, non solo suoi conterranei, ma con ogni probabilità suoi consanguinei, a dipingere le statue dell’Ecce Homo. Il ciclo pittorico del Morazzone Nel 1611, come si è visto, si completata coloritura delle statue; ma intanto, già fin dal 25 luglio 1609 si era provveduto a sottoscrivere il contratto per gli affreschi col Morazzone, l’ormai emergente pittore lombardo Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone dal suo borgo natale presso Varese. Sarà il maggior pittore a lavorare sul Sacro Monte dopo Gaudenzio e prima del Tanzio, e con loro formerà la triade dei grandi maestri di fama internazionale che sul Sacro Monte lasciarono i loro capolavori. Era la seconda impresa per cui il Morazzone veniva chiamato a Varano. La prima era stata quella non meno impegnativa per la cappella dell’Andata al Cal- vario, o Salita al Calvario, commissionatagli il 28 agosto 1602 e pagata in due rate il 31 ottobre 1605 ed il 6 agosto 1606. Dopo l’intervallo di un triennio il Morazzone viene nuovamente richiesto dai fabbriceri varallesi: segno evidente della soddisfazione dei committenti per l’opera compiuta, e forse non solo di loro, ma dello stesso vescovo Bascapè, sem- pre attentissimo per tutto ciò che riguardava l’avanzamento delle imprese sul Sacro Monte, Ma come mai il contratto viene stipulato circa due anni prima che si finisca Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 397
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