Page 393 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Forse solo nei tratti cinquecenteschi di architettura (Palladio, Vignola, Ser- lio, ecc...) se ne potrà trovare uno spunto, un’idea anticipatrice. Ed e quasi ovvio che in casa d’Enrico (si pensi al primogenito della famiglia, Enrico d’Enrico, architetto) una qualche copia, un qualche esemplare di questi trattati doves- se trovarsi ed esser spesso consultato. Non si può inoltre dimenticare che solo un venticinque anni prima, nel 1580, proprio il Palladio aveva dato avvio alla scenografia teatrale dell’età moderna con il Teatro Olimpico di Vicenza ed il suo famoso fondale in legno e stucco, terminato nell’84, che si apre su fughe prospettiche illusoriamente molto allungate, fondale reso ben presto notissimo attraverso stampe ed incisioni. Ma è soprattutto in pittura, già dalla metà del secolo XVI che si vanno diffon- dendo logge e balconate con balaustre di candido marmo, dalle quali si affaccia- no e si sporgono i più vari personaggi. Sono ideate come sfondi o come quinte e scenari per soggetti sacri, profani e mitologici. Basti pensare al Veronese, alle sue trionfali Cene ed ai suoi luminosissimi affreschi di Villa Barbaro a Maser (1566- 68), tra i quali quello notissimo della gentildonna con fantesca, che sembra anti- cipare puntualmente per impostazione il gruppo di Gesù e Pilato sul balcone qui a Varallo. E viene da supporre che l’affresco possa essere stato conosciuto dal d’Enrico attraverso qualche stampa. Nella stessa famiglia poi dei d’Enrico l’elemento della balaustrata a colon- nine era di casa, perché proposto da Enrico d’Enrico, il già più volte nominato fratello maggiore di Giovanni, in una delle due varianti proposte per la Porta di Strada, o di Torino, a Vercelli, fin dal 1586, anche se nella realizzazione, come ritengo, venne poi prescelta l’altra soluzione. Qualche modesto spunto poteva poi venire a Giovanni dal “Libro dei Mi- steri”, sempre a portata di mano per gli artefici impegnati sul Sacro Monte, non tanto dalle balaustrate di coronamento per il Tempio di Salomone o per l’e- dicola di Gesù tolto di croce, quanto dalla finta balconata, prevista solo dipin- ta nell’interno del tempietto destinato alla Strage degli innocenti, e da quella estremamente breve per la loggetta dell’Ecce Homo sulla fronte del Palazzo di Pilato. Non è da escludere che proprio da questo piccolo spunto si possa essere sviluppata la grandiosa realizzazione del d’Enrico. Ma fondale architettonico e balaustrata nella cappella dell’Ecce Homo deter- minano anche un altro geniale accorgimento, che permette alla scena di rag- giungere il suo effetto più pieno. Chi s’avvia alla cappella vi giunge in salita, percorrendo la Scala Santa, ed il suo sguardo è istintivamente puntato all’insù, a trapassare con la mente ed Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 393