Page 279 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Boggio con cui «rappresenta d’aver li Benefattori della Bussola in Torino resi- denti determinato ... di far costruire la statua di Anna Pontefice mancante nella loro Capella d’Anna ed altra statua di S. Carlo in luogo e vece della di lui effige in pittura nella Cappella di N. S. all’horto, e per un tal fine ritrovasi già al detto Sacro Monte il sig. Bernero Reg. statutario». A tale petizione è posto in calce un rescritto vescovile del 7 agosto successivo riguardo all’approvazione ed al collocamento delle stesse due statue. Nel 1776 trovava così il suo perfetto compimento la cappella del Tribunale di Anna, l’ultima eretta sul Sacro Monte, l’unica totalmente appartenente al secolo XVIII. E ben lo rivelano i caratteri stilistici, soprattutto della scena sacra, sostanzialmente diversa come impostazione rispetto a tutte le precedenti. La regola generale, dovuta certo al Betti, coadiuvato dal Buzzi, denota una scoper- ta sensibilità melodrammatica, un’orchestrazione teatrale d’effetto nel serrato ed equilibrato rapporto alterno tra i gruppi figurati addensati sulla destra e lo sfondo pittorico con l’imponente edificio della casa di Anna, dominante sulla sinistra. La scena, disposta diagonalmente per accrescere il senso spaziale, è colta nel suo divenire, con la massa delle figure avanzanti verso il centro in ordine sparso, con un andamento quasi cadenzato, con movenze ritmate ed un’accen- tuata gestualità da recitativo teatrale. Ad esse si contrappone il vuoto della zona di sinistra ad evidenziare, oltre alla vastità dello spazio, la troneggiante figura del protagonista, il Pontefice Anna (opera del Bernero), sulla soglia della sua casa, pieno di enfasi nel suo clamoroso gesto oratorio. A lui si oppone nella prima fila della folla la figura di Gesù, raccolta, silenzio- sa, quasi spiritualmente assente, proprio al centro dello spazio reale dell’aula el- littica e di conseguenza perno e centro di tutta la composizione, colto in mezzo agli sgherri mentre riceve lo schiaffo. A destra un gruppo di figure con S. Pietro e vari personaggi che si scaldano attorno ad un bracere, pur richiamandosi diret- tamente ai fatti evangelici, costituisce un episodietto marginale che a prima vista sembra solo destare curiosità. Ma le varie statue del Tantardini, modellate con rapidità e con foga baroc- chesca, tendono ad un effetto superficiale, esteriore, ben lontano dal tormento profondamente umano di quelle seicentesche di Giovanni D’Enrico. Rese più nervose dalle membra sottili e smagrite, dai panneggi increspati, dalle capiglia- ture mosse ed arruffate, rasentano spesso, soprattutto nei volti degli sgherri, un tono quasi caricaturale. Si differenzia la testa di S. Giovanni, che si dice tradizionalmente essere si- mile a quella della Vergine Assunta nel gruppo plastico al centro della cupola Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 279