Page 247 - Libro Sacro Monte di Varallo
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planimetria e nessuna veduta cinquecentesca del Monte ha mai raffigurato in quella breve zona un altro edificio, oltre ai tre sopra citati, per cui non vi è alcun elemento da cui si possa trarre spunto per individuare in questa area il luogo della cattura. Anzi, abbiamo solo la prova che non poteva trovarsi lì. Ma la guida dice che bisogna scendere “alquanto” dalla grotta dell’Agonia. Ed allora verso dove si dovrà scendere “alquanto”, tenendo anche conto del fatto che la guida parla di “luoco compartito”, ossia suddiviso? L’unica soluzione possibile mi pare, sia di scendere dalla Grotta dell’agonia non verso il Sepolcro della Madonna, ossia verso occidente, ma verso destra, visto che in avanti e leggermente verso sinistra vi erano già i due Sepolcri di Gioac- chino ed Anna e quello appunto tuttora superstite della Madonna. Aggirato a questo punto presso il dirupo il sovrastante monticello (abbattuto poi in parte ed in parte inglobato all’inizio del Seicento nell’angolo occidentale del Palazzo di Pilato) su cui sorgeva la cappella circolare del Viri Galilei, bisognerà dirigersi proseguendo “alquanto” in leggera discesa verso un’altra parte del Monte, se- guendo approssimativamente l’attuale strada che dal piazzale dell’ex teleferica porta alla cappella del Signore bianco, ossia verso nord lungo una stradetta che certo già esisteva e che sarà ricordata in una lettera del vescovo Bascapè del 2 febbraio 1606. Ma vi era in questa direzione, l’unica possibile, come si è visto, una cappella “compartita” identificabile con quella della Cattura che stiamo cercando? Si ha l’impressione che né nelle più antiche vedute del Monte, né nelle plani- metrie cinquecentesche non se ne possa trovare una corrispondente. Nel “Libro dei Misteri” (1567-68) compare invece già la seconda redazione della Cattura sull’attuale Piazza Maggiore, quindi è impossibile che ci dia delle indicazioni sulla prima. Eppure non è ammissibile che una cappella come questa, che la guida del 1514 dice ancora “luoco non finito”, quindi solamente in via di esecuzione, sia poi già scomparsa, cioè stata abbattuta, completamente eliminata, verso la metà del secolo, considerando la scarsità di edifici per collocare nuovi misteri, anzi la necessità sempre impellente di costruire nuove cappelle piuttosto che di di- struggere quelle già esistenti e l’abitudine invalsa, per evidenti ragioni economi- che, di sostituire una nuova raffigurazione nel vano lasciato libero da un’altra. Né si può supporre che tanto l’autore della veduta di Brera (la più antica che ci presenti il Sacro Monte), eseguita poco dopo il 40, quanto l’Alessi nella plani- metria generale del “Libro dei Misteri”, risalente al 1567-68 quanto il disegnato- re di quella della raccolta Ferrari dell’Ambrosiana di Milano del 1576-80, cioè Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 247