Page 251 - Libro Sacro Monte di Varallo
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ponevo quindi che le statue originarie fossero di legno e che potessero in gran parte essere quelle ancor oggi in opera nell’attuale Cattura, essendo infatti la maggior parte di esse in legno. Concludevo affermando che solo un confronto attento avrebbe potuto dirci qualcosa di più sicuro in proposito. Recentemente nel volume sull’arte del legno in Valsesia le statue vengono riconosciute come opera di Gaudenzio ed aiuti. Ora però, considerando che la guida del 1514 non descrive affatto la scena, cosa che invece avviene per i misteri già completati, e si limita ad espressioni generiche come: «a contemplare il luoco non finito», oppure: «qua dorarete il luoco compartito», bisogna dedurre che esisteva sì il vano, ma non era ancora per nulla raffigurato il mistero, né nella parte pittorica, né tanto meno in quella scultorea. E si sa quanto le statue siano sempre state molto lodate dal compila- tore della guida nelle cappelle che già ne erano dotate. Se si tiene presente poi che le figure scolpite da Gaudenzio sul Sacro Monte prima del 14 dovevano essere non statue interamente di legno, ma solo dei ma- nichini rivestiti di stoffa (ossia quelle dell’Annunciazione, la Maddalena presso il Santo Sepolcro e quelle che ritengo sue dell’Ultima cena, salvo ovviamente le fi- gure del Cristo pressoché nudo della Salita al Calvario e del Sepolcro) si affaccia un primo forte dubbio sulla paternità gaudenziana per il complesso scultoreo della Cattura. Se consideriamo quindi che proprio verso il 1513-14 avviene per Gaudenzio il passaggio dalla scultura lignea a quella in terracotta dopo l’esperienza dei ri- lievi in stucco insieme agli affreschi sulla grande parete divisoria delle Grazie del 1513 si pensi alle statue della Natività, dell’Adorazione dei pastori, non molto distanti da quel momento, e poi alla Crocefissione, al gruppo della Santa Casa di Loreto (ora nel Secondo sogno di S. Giuseppe), prima di giungere ai grandiosi complessi della Crocifissione e dei Magi (salvo rare eccezioni di ritorno al legno dovute solo a particolari esigenze), mi pare quasi impossibile che Gaudenzio abbia, dopo il 14, eseguito tutto un complesso di statue in legno per il primitivo mistero della Cattura, prediligendo ormai la terracotta più malleabile, di risul- tato più morbido, di esecuzione più rapida. Se si pensa poi alla mole di lavoro che lo ha tenuto impegnato in quegli anni, tra il 14 ed il 28, i più intensi e creativi della sua attività, sia sul Monte che altro- ve, come architetto, scultore e pittore, diventa sempre più problematico pensare che in quel periodo si possa ancor aggiungere alle tante opere sicure e documen- tate, l’esecuzione di una decina di statue lignee per questa cappella. Inoltre il vano riservato alla Cattura doveva essere di ampiezza piuttosto li- Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 251
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