Page 238 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Pochi anni dopo, nel memoriale del novembre 1572, si stabilisce tra le altre cose di dare inizio anche a questa cappella «Et poi fare il misterio dove N.S. fa l’oratione con li discepoli che dormono, da loro stabiliti fuori di Jerusalem». Ma di questo edificio alessiano, che doveva sorgere in una zona allora del tutto libera, adiacente all’attuale abside della Basilica dell’Assunta, non se ne fece nul- la, come della maggior parte degli altri progetti del «Libro dei Misteri». E neppure nella prima visita del vescovo Bascapè sul Sacro Monte del 24 set- tembre 1593, in cui viene in gran parte modificata la precedente dislocazione delle cappelle ad iniziare dall’Ingresso in Gerusalemme, si fa il minimo cenno all’idea di erigerne una per i Tre discepoli dormienti. Il vescovo infatti ordina che dopo la Cena (da trasferire dove si trova ancora oggi) e la Lavanda dei piedi (da edificare ex novo) si eriga l’Orazione nell’orto un po’ più in alto «cum aliquo ascensu montis», e che poco più oltre si rappresenti la Cattura. Anche nelle successive visite del 5 ottobre 1602 e del 4 aprile 1603 il vescovo non accenna all’eventualità di raffigurare la scena dei Tre discepoli, dormienti. È del 2 febbraio 1606 una lettera del Bascapè che chiede gli si mandi la descri- zione della cappella dell’Orazione nell’orto, segno che in quel momento si stava per realizzarla. Ma il vano sfruttato per darle una collocazione era, come si sa, quello antico e molto angusto della piccola cappella del Pater, eretta all’epoca del Caimi, per cui vi potevano stare solo le statue strettamente necessarie di Gesù orante e dell’angelo. Si dovevano dunque escludere quelle dei tre discepoli dormienti, previste tanto dall’Alessi, quanto dal memoriale del novembre 1572. È per questo motivo, credo, che si dovette giungere all’idea di erigere per esse una cappella apposita. Ed il 16 aprile dello stesso anno, con una nuova lettera, il vescovo Carlo Bascapè ordina che le statue dei tre discepoli dormienti «si devono mettere presso alla cappella dove N.S. ora, facendo muro continuato a detta cappella, acciò paia quasi un luoco istesso». Dal contesto della lettera e dal fatto che essa segue di poco più di due mesi a quella che richiedeva il progetto della cappella dell’Agonia nell’orto, si ha quasi l’impressione che si tratti almeno in parte di una risposta alla precedente, suggerendo una soluzione e sembra evi- dente che le tre statue dei discepoli dormienti fossero già state eseguite, poiché si parla esplicitamente di trovare per esse una efficace collocazione. Viene allora da pensare che lo scultore (Giovanni D’Enrico, come si vedrà) avesse ormai modellato per l’Orazione nell’orto ben cinque statue (Gesù, l’an- gelo ed i tre discepoli dormienti), come proposto nel bozzetto dei «Libro dei Misteri», ma non stando tutte nella cappella troppo angusta, scelta come si è visto dal vescovo come soluzione di ripiego, o risultando troppo affastellate in 238 Cappella - 22
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