Page 122 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Gaudenzio sulla parete destra della Crocifissione, esemplare ideale di cappella del Sacro Monte. Cosi pure il cornicione dalla modanatura a mezzo toro e listelli lisci, che ri- corre con poche varianti nell’edificio della Presentazione al tempio, e ritornerà, per quanto arricchito di decorazioni pittoriche nella già citata cappella di Lo- reto, è un altro elemento tipico delle architetture gaudenziane, cosi come lo è nell’interno l’ampia volta a botte, che rivela un valore spaziale di chiara deriva- zione bramantesca e precorre quella più aulica della cappella gaudenziana rac- chiudente l’Annunciazione. Per cui viene da pensare che l’edificio, eretto dalle stesse maestranze che lavorarono alle Grazie alcuni anni prima, possa essere il primo in ordine cronologico a cui abbia messo mano il giovane Gaudenzio. Ma come si è accennato, la cappella, di dimensioni un po’ superiori a quelle precedenti, erette sotto la direzione del Caimi, presentava la singolarità di avere due facciate: una verso occidente e l’altra verso oriente. La prima è chiaramente visibile nella sua forma originaria, con il suo piccolo avancorpo o protiro, nella più antica veduta del Sacro Monte, conservata nella Pinacoteca di Brera, di poco posteriore al 1540, e nelle successive repliche di Caresanablot e della sacrestia del Duomo di Torino, e poi ancora in molte incisioni del secolo XVII; l’altra, è ancor del tutto osservabile in loco con le tracce della porta e del sovrastante occhio, chiusi verso la fine del Cinquecento. Per cui risulta evidente che l’edifi- cio, dotato di due ingressi posti su lati brevi, non poteva essere semplicemente un ambiente da attraversare da parte a parte, il che non avrebbe avuto senso, e privo quindi di gruppi statuari, ma doveva invece esser stato concepito e doveva contenere fin dall’origine due misteri posti schiena contro schiena, anche se il Galloni ritenne che tale divisione fosse avvenuta solo nel 1570. Ce lo provano infatti anche in seguito la planimetria del Sacro Monte del- la raccolta Ferrari all’Ambrosiana, in cui la cappella è tramezzata chiaramente in due locali, e la relazione della prima visita pastorale di Monsignor Bascapè 1593), che vi nota la presenza di due episodi: «in qua continetur duplex miste- rium...». Ciò non deve affatto stupire perché anche altre due raffigurazioni in quei pri- mi anni del Cinquecento erano state accostate, ed in modo assai meno felice, in un unico ed angusto edificio: la Spogliazione delle vesti (ora Pietà) e Gesù deposto nella sindone, ai piedi del Calvario. Ma quali erano dunque i due misteri originariamente situati nella cappella? Nel secolo scorso l’Arienta, come riferisce il Butler, aveva supposto che vi fosse l’Ascensione, non avendo potuto individuare la vera, ubicazione di questo miste- 122 Cappella - 13