Page 117 - Libro Sacro Monte di Varallo
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denza in decorazioni di molti ambienti di palazzi e ville dell’epoca, di cui sus- sistono esempi assai notevoli nell’area lombarda, come nello scalone della villa Cicogna Mozzoni a Bisuschio (Varese), e nell’ambiente laziale, come in una sala del padiglione dei Cardinal Gambara in villa Lante di Bagnala presso Viterbo. I dipinti, suddivisi in vari scomparti corrispondenti alle singole pareti dell’au- la ottagonale ed incorniciati da ricche fasce ornamentali a grottesche e cande- labrine, recano nella cupola degli angeli volanti, nella parte alta delle piacevoli coppie di angeli suonanti sulle nubi, e nell’ampio spazio sottostante degli ariosi paesaggi d’invenzione con vasti cieli solcati da leggere nuvolette striate, albero- ni frondosi, monti e picchi rocciosi, specchi d’acqua, padiglioni architettonici, animali vari e figurette umane in un insieme favoloso, vivace e ricco di colore. A completare poi la scena ed a conferirle un tocco di effetto spettacolare e d’attrattiva non comune, in perfetta sintonia col gusto dell’epoca, come già si è notato ripetutamente nei brani del «Memoriale» del 1572 e delle successive guide del 1583, 85, 87, c’era l’intenzione di dotare la cappella di un ruscello d’acqua che raffigurasse il fiume Giordano. Nel «Memoriale» del 72 si affermava di voler far giungere l’acqua dalla Pi- scina probatica; poi, scartata l’idea di erigere quel mistero, nella guida dell’83 e nelle successive si dice di farla defluire dalla fontana della Piazza Maggiore. Il Galloni si ferma a lungo sull’argomento, ritenendo dapprima che l’inten- zione espressa nel «Memoriale» del 72 non poteva più esser attuabile nell’83 per esser ormai state sistemate nella cappella le statue di stucco. Deve però rico- noscere che il progetto «ebbe un principio di attuazione col lasciar aperti nella cappella i fori atti ai passaggio della corrente». Più oltre ritiene che le guide abbiano riportato ripetutamente la notizia per «conservare una promessa cara al volgo». Suppone infine che l’acqua sia stata veramente immessa, ma dopo i lavori di modifica che ritenne esser stati apportati alla statua di Gesù in seguito alla visita vescovile del 1628, modifica che, come abbiamo dimostrato più sopra, non venne mai eseguita. Secondo il Galloni dunque l’esperimento dell’acqua sarebbe stato tentato dopo il 1628. Ma nel passare in rassegna le varie guide dall’83 in avanti si nota che quel- la dell’83 appunto, e poi quelle dell’85 e dell’87 riportano costantemente l’e- spressione «si farà anchora descendere l’acqua dalla fontana», mentre in quella dell’89 la dizione risulta modificata in «si fa anchora descendere...». Deve dunque ritenersi che l’acqua sia stata veramente immessa nella cappel- la; non dopo il 1628 come pensò il Galloni, ma verso il 1588. Del resto, il fatto non era poi così eccezionale per il Sacro Monte. Se l’Alessi Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 117
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