Page 126 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Monte, seguendo approssimativamente l’attuale strada che dall’ex stazione del- la teleferica porta alla cappella del Signore bianco, ossia verso nord, lungo una stradetta che certo già esisteva, perché ricordata in una lettera del Vescovo Ba- scapè del 2 febbraio 1606. Ma vi era in questa direzione, l’unica possibile, come si è visto, una cappella identificabile con quella della Cattura che stiamo cercando? Né nelle più antiche vedute del Monte, né nelle planimetrie cinquecentesche, con tutta la più buona volontà non è rintracciabile. Compare già invece la nuova redazione sulla Piazza Maggiore nella planimetria del «Libro dei Misteri». Eppure non è verosimile che una cappella come questa, che la guida del 1514 dice ancora «luogo non finito» sia già stata abbattuta un trentennio dopo, ver- so il 1540-45, considerando la scarsità di edifici per collocare nuove scene, anzi la necessità impellente di costruire nuove cappelle piuttosto che di abbattere quelle già esistenti e l’abitudine invalsa, per evidenti ragioni economiche, di so- stituire un nuovo mistero nel vano lasciato libero da un altro. Né si può supporre che tanto l’autore della veduta di Brera (Lanino o Giusep- pe Giovenone il Vecchio che sia), quanto l’Alessi nella planimetria del «Libro dei Misteri», quanto l’autore di quella della raccolta Ferrari all’Ambrosiana, abbiano tutti dimenticato di raffigurarla. Bisognerà dunque cercare l’edificio di questa cappella in qualcuna di quelle esistenti nel dipinto di Brera e nelle varie planimetrie sotto altro nome, e nello stesso tempo in una costruzione ovviamente già eretta nel 1514, sempre in quel- la zona nord del Sacro Monte. Ma a questo punto l’unica cappella che presenti tali requisiti è proprio quella che già esisteva nel 1501, come ci attestano i graffiti sulla sua parete posteriore, che, come ci dicono tutte le guide, le planimetrie, i progetti e le relazioni delle visite vescovili del Cinquecento, conteneva nella sua parte posteriore il mistero del Cristo che porta la croce, che le guide, dal 1566 in avanti, l’Alessi ed il «Me- moriale» del 1572 chiamano «Chiesa negra» e che sarà poi l’attuale cappella della Tentazione. Essa infatti, come si è detto e ripetuto, era divisa in due ambienti. La guida del 1514 lascia capire chiaramente che i due misteri della Cattura e del Cristo che porta la croce erano tra loro vicini. Infatti, appena descritta la Cat- tura, avverte che il successivo mistero di Gesù condotto ad Anna «si lasa da fare» e subito dopo dice «seguita poi un luoco» col Cristo che porta la croce, facendo intendere che non vi era quasi intervallo tra l’una e l’altra raffigurazione. Ma vi è di più. Sempre nella descrizione della Cattura, la guida del 1514 mette 126 Cappella - 13
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