Page 629 - Libro Sacro Monte di Varallo
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e vennero divulgate poco dopo da Alberto Bossi sul nostro Bollettino, riporta- te quindi quasi come cosa ovvia da altri studiosi, riprese e ristudiate nell’84 su “Novarien” da Jonathan Bober con l’aggiunta di un’appendice nell’85 per acco- gliere le mie conclusioni, senza nuovi apporti. In seguito le ha citate il Visconti nell’88 sul Bollettino Storico di Novara. Da allora la pietra era ritornata quasi totalmente nell’oblio, ignorata nella valanga di studi di questi ultimi decenni sui Sacri Monti ed anche nelle guide della Santa Montagna Varallese. L’argomento esula dagli interessi degli storici dell’arte. Solo Don Damiano Pomi quattro anni or sono, nel suo volume “La parola si fa arte”, efficace sintesi religiosa, storica ed artistica del nostro Sacro Monte, ha riportato l’attenzione sul nostro menhir. C’è quindi da auspicare che in futuro, mi auguro non troppo lontano, si possa smuovere il masso dalla nicchia, come ribadisce anche il Pomi, per poter analiz- zare il lato tergale e poter così giungere a delle conclusioni il più possibile sicure. L’ultimo tratto - La lapide e la cisterna Appena oltrepassata la nicchia contenente la statua del Beato Caimi,sulla parete spicca una lapide mortuaria in marmo scuro, della prima metà dell’Ot- tocento, mai citata finora in nessuna guida ed in nessun’altra pubblicazione ri- guardante il Sacro Monte. Sicuramente ben pochi in più di centottant’anni avranno letto e tanto meno tentato di tradurre il suo lungo testo in aulico latino. Esso illustra con tono am- piamente encomiastico il giureconsulto Giovanni Guglielmo Roggero, origina- rio di Castelnuovo Belbo, per poco più di un anno prefetto del Regio Tribunale di Prefettura di Varallo, deceduto in Varallo il 28 settembre 1833 all’età di tren- tanove anni, sepolto al Sacro Monte “ prope Ecclesiam Sancti Sepulcri”, cioè ai piedi della lapide stessa, come risulta dall’atto di morte, conservato nell’Ar- chivio Parrocchiale di Varallo, cortesemente fornitomi da Andrea Ghilardi. La lapide venne collocata per volere dello zio paterno Giovanni, canonico della cat- tedrale di Casale Monferrato e del fratello Nicolao, prevosto della collegiata di Lu Monferrato. Purtroppo oggi ben poco sappiamo di questo personaggio, solo citato da Enzo Barbano nel suo volume In nome di Sua Maestà, da cui risulta che il Roggero fu dal 1819 sostituto soprannumerario dell’anno seguente, quindi avvocato fiscale di Vercelli nel 21 e di Casale nel 26; infine prefetto di Varallo dal 21 settembre 1832, come gentilmente mi comunica con la consueta disponibilità M. Grazia Cagna, direttrice della sezione varallese dell’Archivio di Stato. Altre scritte, al- Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 629