Page 628 - Libro Sacro Monte di Varallo
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funzione originaria. Per ora l’interpretazione più probabile è che si tratti di un bema, ossia di un segno, di una stele funeraria per una sepoltura, cioè di un’area cimiteriale, come mi suggerirono trentacinque anni or sono gli illustri archeologi Barocelli, Carducci e Scafile. Infatti la parte inferiore della pietra, un pò più ampia, deve corrispondere alla parte interrata del monumento, collocato in origine in posi- zione verticale. Nessuna stele di dimensioni simili alla pietra del Santo Sepolcro risulta sia stata trovata in Valsesia; pochissime nel Piemonte orientale. Essa può anche ricollegarsi, soprattutto se il lato ora nascosto fosse dotato di graffiti, alle più antiche stelemenhi valdostane e di tutto l’arco alpino. La sua datazione può dunque risalire ad età preromana e quindi preistorica. Non si può tuttavia escludere che si possa anche trattare più semplicemente di un coperchio di sepoltura; in tal caso la datazione potrebbe oscillare in un arco di tempo molto più ampio, dal periodo celtico a quello barbarico. Tutte queste interpretazioni concordano sul carattere funerario del monumento. Ciò pre- suppone l’esistenza di una tomba, o di un complesso cimiteriale nella zona sud ovest del super parietem, oggi occupato dal Santo Sepolcro, ma molti secoli pri- ma del sorgere del Sacro Monte. Un’area cimiteriale? L’esistenza di una sepoltura, o di un’area cimiteriale, postula la presenza nel- la vicinanza di un nucleo abitato, altrimenti risulterebbe assurda ed inspiegabile in una zona così impervia. Illogico pensare che dal sottostante abitato di Varal- lo, se pur già esisteva, portasse a seppellire sul super parietem. Per questo se ne deve dedurre che sia esistito un antico insediamento umano in qualche altra parte della terrazza naturale dell’attuale Sacro Monte. Esso dovette poi venire gradatamente abbandonato quando andò assumendo sempre maggior impor- tanza agricola, commerciale ad amministrativa il nucleo abitato ai suoi piedi presso il Mastallone. Il suo ricordo scomparve col trascorrere dei secoli, le sue tracce, se pur in parte avevano resistito all’ingiuria del tempo, furano cancellate definitivamente col sorgere e lo svilupparsi del complesso del Sacro Monte. Sola testimonianza superstite, anzi, ritrovata, riemersa dopo tante vicende, la grande pietra murata sotto il portichetto del Santo Sepolcro, e con grande probabilità, anche la vicinissima antica cisterna. Queste le conclusioni ( salvo l’ipotesi recentissima riguardante la cisterna), a cui ero giunto nel lontano 1976-77 in uno studio comparso sul Bollettino Storico della Provincia di Novara. Esse non potevano certo passare inosservate 628 Cappella - 42