Page 547 - Libro Sacro Monte di Varallo
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su cartone la testa di donna in posizione frontale, con ampio cercine, affrescata da Gaudenzio dietro al gruppo statuario dell’Addolorata. Lo Zanolo ricopiò poi ad olio su cartoncino una testa di angelo dall’ampia chioma bionda, ondulata ed arricciolata, situata sulla volta della cappella. Ma la sua più impegnativa riproduzione è quella eseguita all’acquerello tra il 1849 ed il ‘50 (cm. 36 x 104), al museo del Sacro Monte, basandosi sui disegni di Silvestro Pianazzi, con tutti i gruppi di figure che vanno dalla porticina sulla pa- rete di sinistra a quella di destra, sviluppandosi particolarmente dietro la parte scultorea, raffigurati con attenzione quasi devota, con rara diligenza, con viva partecipazione. Quasi contemporaneamente il Pianazzi, per 1’impegnativa e monumentale edizione sulle opere di Gaudenzio Ferrari, condotta insieme al Bordiga, edita a Milano tra il 1836 ed il ‘47, disegnò ed incise con accuratezza rigorosa in otto tavole separate, quasi tutto il complesso delle figure affrescate lungo le pareti della cappella (salvo quelle situate tra le due originarie finestre di facciata); poi in sette tavole raffigurò tutti gli angeli dipinti sulla volta ed in una tavola il grup- po statuario della Madonna Addolorata con le pie donne, così da illustrare una notevole parte dell’ intera composizione. Anche i pittori Avondo di Balmuccia si rifecero ripetutamente ai dipinti di Gaudenzio nella loro sterminata produzione di tele ed affreschi, spesso ripren- dendo figure dalla Crocifissione. Al tardo Ottocento poi appartiene un quadro ad olio che coglie con una sug- gestiva inquadratura di scorcio, dal lato di destra, la scena centrale del gruppo col Cristo in croce, mentre in primo piano spicca una montanara in costume della valle (forse di Campertogno) in estatica e devota ammirazione. Il dipinto, non firmato, che poco più di venti anni or sono era presso un privato in valle, deve esser opera di Pier Celestino Gilardi da Campertogno, uno dei più noti pittori piemontesi (non solo valsesiani) dell’ Ottocento. Il quadro deve esser stato eseguito verso il 1880 - 81, quando il Gilardi era impegnato nel dipingere la cappella di San Francesco presso il santo Sepolcro, sulla Piazza Maggiore del Sacro Monte, o quella di San Giuseppe nella Basilica. Ma potrebbe anche risalire ad un momento successivo, attorno al 1898, quando il pittore affrescò la cappel- la della Sindone, all’inizio del portichetto che delimita la Piazza Maggiore verso mezzogiorno. Intanto la tecnica fotografica è andata sempre più perfezionandosi e molti artisti ed anche molti patrizi sono stati affascinati dalla nuova arte (basti pensare fra i secondi nell’ambiente romano i conti Primoli, il principe Chigi Albani e lo Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 547
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