Page 542 - Libro Sacro Monte di Varallo
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mai preso in considerazione. Il problema però sussisteva. Venticinque anni dopo, il vescovo Bascapè, nella sua prima visita sul Monte del settembre 1593, ammira la cappella “ornatissi- ma sculpturis, picturisque m(agist)ri Gaudentii”, ma nota che “pictures cultris omni ratione deformatae sunt, cum sint in vestibulo seu parte anteriore citra septum” (le pitture sono rovinate con coltello e con ogni mezzo, essendo nel vestibolo ossia nella parte anteriore al di qua della grata). Solo nel 1620-30, forse in seguito alla visita del cardinal Taverna, quando vengono eseguite le varie, splendide grate lignee che impreziosiscono molte cappelle dell’acropoli varallese, per lo più opera di Gaudenzio e Bartolomeo Ravelli, si provvide an- che a rifare l’originaria vetrata, intagliando, forse sempre per opera del Ravelli, la grata riccamente scolpita, la più lunga di tutte, per separare i visitatori dalla scena sacra. Questa situazione dovette durare fino a metà dell’Ottocento, quando, creata la loggia attorno alla cappella ed aperte le due porte di facciata, in sostituzione delle due portine laterali originarie, si dovette provvedere ad una nuova siste- mazione divisoria nell’interno. La lunga grata seicentesca venne trasferita nella Pinacoteca di Varallo, ove è catalogata dall’Arienta (1902), senza però specifi- care da quale cappella provenga, e si creò al suo posto un’inferriata semplice, a bacchette verticali, partente da terra, antistante al pilastro centrale. Tale siste- mazione rimase invariata per circa un secolo. Ma dopo la seconda guerra mondiale, negli anni Cinquanta, del Novecen- to, la soluzione ormai centenaria parve troppo dimessa, non degna di una così straordinaria cappella, e venne sostituita, su disegno del pittore Emilio Con- tini, direttore artistico del Sacro Monte, con una nuova divisione, quasi una grande gabbia a tre lati: quella frontale verso la scena scultorea, sempre però an- tistante al pilastro centrale, e due laterali, partendo subito ai lati delle due porte di accesso, discoste quindi dalle pareti laterali per salvaguardarne gli affreschi. Una soluzione che certo moltissimi ricordano, costituita da un bancale ligneo di base, su cui si ergeva una cancellata, dotata di alcuni motivi decorativi di una certa eleganza. Passato appena un cinquantennio, con i radicali, ultimi interventi, è stata abolita ogni separazione, permettendo ai fedeli, ai visitatori, ai turisti non auto- rizzati di vedere la cappella solo dalla loggia, attraverso le due porte di facciata, senza più entrarvi. Ne risulta così un immenso spazio vuoto tra i riguardanti e l’azione sacra, con un totale stravolgimento di quello che fu l’intento di Gau- denzio di immergere, di coinvolgere i fedeli nel dramma del Golgota. 542 Cappella - 38
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