Page 543 - Libro Sacro Monte di Varallo
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I restauri della cappella - Le modificazioni dell’esterno Nel corso di quasi cinque secoli il capolavoro gaudenziano della Crocifissione ha subito, come si è visto, e com’ era quasi inevitabile, varie vicissitudini. Prima e più vistosa di tutte, la totale modificazione, o alterazione nella parte esterna della cappella, con aggiunte, soprelevazioni, ecc..., tanto che alla fine la cappella è risultata completamente incapsulata dalle strutture murarie via via aggiunte. Anche l’interno ha subito degli interventi, fortunatamente meno vistosi, con l’erezione e le successive modifiche dei tramezzi divisori per separare la zona riservata ai visitatori da quella occupata dalla scena scultorea. Trattandosi poi della cappella più famosa e importante di tutto il Sacro Mon- te varallese, è naturale che sia sempre stata circondata da particolare attenzione. In quasi mezzo millennio è ovvio che sia stato più volte necessario provvedere alla buona conservazione degli affreschi e del complesso, soprattutto per le parti più fragili, con aggiustature, ritocchi, piccoli rifacimenti. Ciò dovette verificarsi ripetutamente nel corso del Sei e Settecento, come opera di ricorrente e ordinaria manutenzione. Ma è nell’Ottocento che col passare del tempo i problemi si sono andati facendo sempre più pressanti e impegnativi. La stessa soprelevazione della cappella, attorno al 1830, è dovuta non tan- to all’esigenza di darle maggior prestigio rispetto alle due laterali, quanto per ovviare al problema dell’umidità proveniente dalla copertura gaudenziana, che aveva resistito per ben tre secoli, ed al conseguente degrado dei dipinti, come mostra il Bordiga nella sua storia e guida del Sacro Monte. Ed è principalmente in vista dei necessari interventi conservativi di tutto il complesso che nel 1875 viene istituita a Varallo la ormai storica e benemerita Società per la Conservazione delle Opere d’Arte e dei Monumenti in Valsesia, come attesta l’articolo 2, par. A dello Statuto. Gli interventi sulle parti pittoriche e scultoree Intanto già nel 1871 era intervenuto l’abate Malvezzi con un suo preparato per ravvivare il colore degli affreschi, sia della Crocifissione che dei Magi, che dopo non molti anni si dimostrerà negativo, soprattutto per i dipinti della pa- rete destra del Calvario. Così nell’84 si fa un tentativo per asportare la vernice stesa dal Malvezzi solo tredici anni prima, che molte polemiche aveva suscitato in ambito locale. Ma anche questa volta senza esito positivo. Del 1891-92 sono gli interventi del celebre scultore Pietro Della Vedova di Rima per la parte scultorea, che nel 92 completa il restauro delle parti statuarie danneggiate. Queste per scrupolo vengono poi ridipinte solo nei tratti rifatti e Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 543