Page 387 - Libro Sacro Monte di Varallo
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La sobria struttura architettonica è impreziosita solo, secondo un modulo caro al d’Enrico, da un cornicione a lunette ed unghie, di gusto ancora cinquecen- tesco, già adottato dal suo più anziano fratello, Enrico d’Enrico, nella cappella della Strage degli innocenti (1586),a cui aveva collaborato lo stesso Giovanni. Ma Giovanni ne farà quasi un elemento caratteristico del suo linguaggio archi- tettonico sul Sacro Monte, magari anche su richiesta dei fabbriceri, mantenendo questo tipico cornicione nello stesso Palazzo di Pilato, nella cappella di Erode e poi ancora negli anni tardi, nelle due cappelle che affiancheranno il Calvario, cioè l’Inchiodazione e la Deposizione dalla croce. Sul lato di mezzogiorno, cioè verso la Piazza Maggiore, spiccano inoltre altri due elementi: la finestra, l’unica fonte di luce per l’interno, aperta proprio sotto il cornicione, esempio singolare, forse unico, per la elaborata e raffinata deco- razione seicentesca in stucco che la incornicia, e più in basso, poco sopra l’ar- co d’accesso all’androne, un’ampia meridiana affrescata, una delle più grandi e vistosa di tutta la valle, oggi purtroppo quasi cancellata dal sole e dagli agenti atmosferici, resa ancor più originale e curiosa dall’asta a gnomone, costituito da un esemplare di spadone seicentesco, di cui non si conosce la provenienza, forse milanese (‘?), che meriterebbe di essere studiato anche come documento a sé stante, da qualche esperto di armi antiche. Assolutamente spoglie dovevano essere le altre due pareti esterne, verso le- vante e verso mezzanotte, come ci testimonia la veduta seicentesca dello Sceti. Ma nel 1863 la signora Vigliardi Paravia di Torino, che era solita villeggiare al Sacro Monte, donava 6000 lire perché si prolungasse lungo la Piazza Maggiore la Casa Parella, rifacendo anche il mistero dei Tre discepoli dormienti. Il nuovo corpo di fabbrica, eretto negli anni successivi, venne così a congiun- gersi per mezzo di un’altra sottile costruzione, quasi intercapedine, leggermente arretrata, al complesso del Palazzo di Pilato, addossandosi esattamente alla pa- rete meridionale dell’Ecce Homo, annullando di conseguenza alla cappella l’ori- ginaria imponenza. Ne risultò quindi sul lato settentrionale della Piazza Maggiore l’attuale se- quenza irregolare, varia e concatenata di costruzioni, di effetto certo pittoresco, ma del tutto priva di una continuità e di un rapporto logico. In fine il lato nord dell’Ecce Homo, che guarda verso l’odierna Piazza dei Tri- bunali, venne poco dopo il 1870 decorato ad affresco con finte architetture in prospettiva. Merita a questo proposito riportare in parte ciò che scrisse sul Bollettino del Sacro Monte nel 1912 il varallese Don Alfonso Maria Chiara, prevosto di Car- Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 387
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