Page 37 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Tabacchetti aveva già sostituito le due statue primitive della Vergine e di S.Eli- sabetta portate da Milano nell’ottobre del 1572 o aveva solo modellato la terza statua ed alcune teste viste dal vescovo nella sua visita del 1593? E quelle teste erano preparate per sostituire quelle delle vecchie statue o per delle statue nuove, dato che le figure sono tutte di creta cotta eccetto le teste delle donne, pure di creta, ma non cotta? Impossibile dirlo per ora. Ed il rinnovamento operato, stando al Galloni, attor- no al 1611 riguarda tutte le statue o solo una parte? E queste erano allora già sei come adesso (Madonna, S.Elisabetta, S.Gioacchino, S.Anna, Zaccaria e S.Giusep- pe), o di meno ? La prima raffigurazione della scena nella xilografia di Gioacchino Teodorico Coriolano, pubblicata nella guida del 1611 e ripresa in quella del 1613 e successivamente ancora in molte altre, ne presenta solo quattro. Ed il Bartolomeo Ravelli ricordato dal Fassola è da identificare con l’intaglia- tore ed architetto varallese, collaboratore di Giovanni D’Enrico nel progettare la nuova chiesa dell’Assunta, attivo fin verso il 1645, o è il Bartolomeo Badarel- lo di Campertogno, operante invece negli ultimi decenni del Cinquecento, a cui sono assegnate tradizionalmente anche le statue delle cappelle del Figlio della Vedova di Naim, della Risurrezione di Lazzaro e dell’Entrata di Gesù in Geru- salemme? Anche il Bordiga già si era posto il problema e come il Guillio (1736) ed il Bartoli (1777) aveva ritenuto trattarsi non di Bartolomeo Ravelli, ma di Bartolomeo Carelli, supposizione piuttosto incerta per ragioni cronologiche. È inutile per ora avventurarsi nel tentativo di rispondere a tante ipotesi. Solo un’analisi attenta e scrupolosa delle sculture ed un controllo rigoroso e siste- matico di tutti i documenti superstiti potranno dire qualcosa di più sicuro su questo intricato problema. Ad aggiungere, come se non bastasse, altra confusione, intervengono altri compilatori di guide affermando, senza nessuna prova, e contrariamente alla consuetudine di quei decenni, che le statue più antiche erano di legno. Unico fatto quasi del tutto scontato è che le sei figure non devono appartene- re tutte allo stesso artista e non sono state eseguite nello stesso momento. Ciò nonostante risultano tra loro riunite con una certa spontaneità e sciol- tezza ad occupare l’ampio vano, organicamente collegate tra loro i gruppi a due a due in vivaci colloqui a creare una scena animata per l’intensa mimica di alcuni personaggi in un complesso sostanzialmente unitario, sottolineato anche da rit- mi ondeggianti e increspati dei panneggi, come mossi da una leggera brezza. Non molto più semplice è il discorso riguardante la splendida decorazione pittorica eseguita certo appena eretta la cappella, quindi attorno al 1544.45 per Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 37
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