Page 32 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Fiamminghini. Ma nel primo Ottocento si avanzano senza nessun supporto cri- tico i nomi di Fermo Stella, di Giovanni Miel di Anversa (Bordiga), di Giulio Cesare Luini, o più genericamente ci si riferisce a “Scuola di Gaudenzio”. Sono da escludere senza alcun dubbio la paternità del Miel, che mai fu al sa- cro Monte e, per ovvie ragioni stilistiche e cronologiche, quelle dello Stella e del Luini. È certo che l’autore dei cinque Profeti è un maestro di notevole livello, di evi- dente cultura manieristica (si notino soprattutto le pose dei personaggi e le loro forme ampie e dilatate), ma anche influenzato fortemente dalla cultura gauden- ziana dominante per gran parte del Cinquecento sul sacro Monte (si osservino anche solo le tipiche barbe fluenti, veramente profetiche) ed a ragione viene da richiamarsi allo scomparso prototi- po dei due Profeti affrescati dal Gaudenzio sulla facciata della cappella del Noli me tangere o Apparizione del Cristo Risorto alla Maddalena, che sorgeva presso il Santo Sepolcro. La critica ufficiale si è interessata ripetutamente in questi ultimi decenni dei dipinti (Griseri, Gregori, Spantigati) presentandoli giustamente come anello di collegamento tra Gaudenzio ed il Morazzone. Le cinque figure sono ora asse- gnate a Giuseppe Giovenone , allievo di Gaudenzio, e presente al sacro Monte il 19 ottobre 1572. • 32 Cappella - 2
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