Page 35 - Libro Sacro Monte di Varallo
P. 35
trattato delle sue complesse vicende, da questo tempietto in quello attiguo della S.Casa di Loreto. Era pure previsto che nell’ex Annunciazione “si aggiungesi il misterio della divuota Visitatione et la reverenza di Santa Elisabetta”. Così infatti si fece. Si doveva esser sentita evidentemente da qualche tempo, con il sempre più vasto diffondersi della devozione del S.Rosario, la mancanza del mistero della Visitazione che non era stato previsto dal Caimi, né nei successivi ampliamenti del Sacro Monte. Nella guida del 1566 per la prima volta si parla del progetto di rappresentar- lo :”Poco più oltre (rispetto all’Annunciazione di allora) dilongando i passi / Un altro picciol loco cominciato / Di sotto a questo, non compito stassi, / Ove sarà col tempo, ben formato / Dove di Dio la madre visitassi.” Con poche varianti presenta la stessa situazione la guida del 1570, segno che i lavori non erano proseguiti. Il “picciol loco” non era altro che la prima arcata verso levante del portichetto eretto verso il 1515 con ogni verosimiglianza dallo stesso Gaudenzio, attorno alla Grotta di Nazaret. Infatti, ancora oggi, questa prima arcata, chiusa da una sottile parete, costituisce un angusto vano, purtroppo ridotto a magazzino, ma raffinatamente decorato da motivi decorativi, sia sulle pareti che sulla volta. Se- gno evidente che era stato predisposto per contenere la raffigurazione di un mi- stero: quello della Visita di Santa Maria a Santa Elisabetta appunto. Ma ovviamente, presentatasi alla fine del 1572 l’occasione di usufruire del vano molto più prestigioso lasciato libero dall’Annunciazione che veniva trasfe- rita nel tempietto di Loreto, rimase sospeso il completamento di questa prima ed assai più umile soluzione. Così, già il 19 ottobre 1572 veniamo a sapere dalla lettera inviata da un capo- mastro a Giacomo d’Adda a Milano, che erano state condotte “le figure a Varal- lo per Dio gratia sentia machula alchuna”, e che si sperava nei prossimi giorni di trasferire “l’angelo et la nuntiata in la Capella di Loretto et la madona et santa elisabet al loco suo si come me ha in posto V.S.”. Pare evidente che le “figure” debbano essere le due statue della Vergine e di San- ta Elisabetta; così pensa anche il Galloni, che non sa dire da dove siano state por- tate e sbrigativamente ritiene che siano “andate presto a finire ingloriosamente”. Se pensiamo però che il d’Adda abitava a Milano e che proprio pochi giorni dopo il memoriale nel 12 novembre del 1572, a proposito dei lavori da compier- si nella cappella di Adamo ed Eva, si parla esplicitamente delle figure di rilievo che devono essere modellate da un mastro che “ha da venire da Milano”, mi pare Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 35