Page 28 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Ed in questo “loco sancto” dovette un giorno verificarsi il furto di elemosi- ne, delle vesti delle due statue e degli anelli della Madonna a causa della poca protezione, come ricorda a molti anni di distanza un capomastro in una lettera indirizzata il 19 ottobre 1572 a Giacomo d’Adda, ragion per cui ancora oggi si vedono chiaramente i segni di una doppia grata per maggior difesa tra la parte riservata ai fedeli e quella occupata dalle statue. L’episodio verrà poi ripreso dal Fassola che gli attribuirà una conclusione miracolistica piuttosto discutibile sot- to tutti gli aspetti, affermando che il ladro “fu reso immobile da una guanciata della Vergine, fin’à tanto, che la giustitia l’hebbe nelle sue braccia”. E tale narra- zione verrà poi riportata a lungo dalle guide del Sacro Monte. Intanto era stata costruita la cappella della Santa Casa di Loreto quasi al di sopra della grotta che risultava così ancor più umiliata e nascosta. Perciò, ver- so il 1540, dimenticata ormai da tutti la sua precisa rispondenza con la grotta esistente in Palestina, e non concependosi più che un episodio così importante come l’Annunciazione potesse essere rappresentato in un ambiente tanto umi- le, quando ormai il Sacro Monte poteva vantare cappelle quali quelle grandiose della Crocifissione e dei Magi, si provvide ad erigere una nuova cappella alle sue spalle in posizione più elevata (l’attuale Visitazione ). Si passa così alla seconda tappa. Il nuovo edificio, costituito da una splendida sala cinquecentesca di gusto tipi- camente lombardo, con elegantissima volta ad ombrello e lunette, preceduto da un luminoso portico, non compare ancora in una delle prime vedute del Sacro Monte sullo sfondo di una tavola della Pinacoteca di Brera del 1540-43 circa. Ma doveva già essere terminato nel 1544, anno segnato su di un piccolo vetro dipinto, raffigurante appunto l’Annunciazione, situato un tempo nella finestra di questa cappella e da circa trent’anni previdentemente ritirato nel piccolo Museo del Sacro Monte. Attorno al 1544 deve di conseguenza anche essere stata eseguita la stupenda decorazione pittorica dell’aula a ricchissime e grottesche raffigurazioni di Pro- feti nelle lunette per opera del Luini o dello Zanetti. Nella stessa epoca vennero trasferite le trepide ed umanissime statue gauden- ziane di Maria e dell’Angelo, e forse in quell’occasione il gruppo venne comple- tato con il raffinatissimo inginocchiatoio decorato da fini intarsi dipinti. Così l’originaria Grotta di Nazaret venne dimenticata e ridotta allo umilis- simo rango di magazzino, come purtroppo è ancora oggi. Il portichetto anti- stante, ancora aperto verso il 1565-70 venne in seguito chiuso (come si vede 28 Cappella - 2