Page 23 - Libro Sacro Monte di Varallo
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ed il 73; l’albero deve essere quello rifatto verso il 94 dall’Alfano o dal Presti- nari e così il serpente che nella prima redazione aveva la testa umana e non era piaciuto a Giovanni Antonio d’Adda. E gli animali che costituiscono un vero, curiosissimo serraglio (ben quarantadue secondo le guide del Settecento e del primo Ottocento), espressamente citati nell’atto di allogazione del 4 gennaio 1594 vennero eseguiti dall’Alfano o dal Prestinari. Molto probabilmente dal secondo che era scultore; anche le guide più recenti li danno di preferenza a lui. Sei vennero però rifatti nel 1886 (tra essi la lepre, il coniglio, il cervo ed un uccello simile ad un tacchino selvatico) per opera dello scultore Giuseppe Antonini, in sostituzione di quelli rovinati. Più problematica ancora la questione delle pitture, sia del portico che dell’in- terno, raffiguranti le Storie della creazione. Tradizionalmente ad incominciare dal Fassola (1671) furono sempre ritenu- te dei Fiamminghini. Solo il Bordiga nel 1830 diede all’Alfano quelle interne che sarebbero state eseguite con poca pratica delle tecnica dell’affresco per cui si annerirono, ed assegnò senza alcuna ragione a Giovanni Miel di Anversa, che non fu mai al Sacro Monte, quelle del portico. Il Galloni datò sia le une che le altre al 1594 in seguito al già ricordato atto del 4 gennaio di quell’anno con cui si allogava all’Alfano tutto il rinnovamento interno della cappella, assegnandole però ai Fiamminghini che identificò con il Giovanni fiammingo che doveva rifare Adamo ed Eva. Ma il documento che ri- corda quest’artista è, come dice lo stesso Galloni, di qualche tempo posteriore al 1594, per cui in tal caso gli affreschi non possono risalire a quell’anno. Per di più il Tonetti nella sua guida della Valsesia fa notare che la convenzione del 1594 con l’Alfano venne rinnovata il 27 aprile 1599 e che di conseguenza i dipinti non poterono essere eseguiti prima del 1600. Mi pare però che non si sia tenuto conto finora di un altro dato, citato pure dal Tonetti, concernente gli “ordini datti per depingere la capella d’Adamo, et approbati da Monsignor Rev.mo a di 11 dicembre 1603”. Dunque alla fine di quell’anno la cappella era ancora priva di affreschi; non furono perciò eseguiti dall’Alfano nel 1594, né da altri nel 1600, ma soltanto nel 1604-5. E chi ne fu allora l’autore? Molto difficilmente l’Alfano che ormai scompa- re dalla scena del Sacro Monte, quindi molto più probabilmente dai Fiammin- ghini in un nuovo loro ritorno finora ignorato a Varallo. La cosa pare trovare conferma nel fatto che poco più di sessant’anni dopo il Fassola proprio a loro li assegnerà senza ombra di dubbio. Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 23