Page 42 - Libro Sacro Monte di Varallo
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ne (allora della S. Casa di Loreto) il lato verso occidente con le sue due arcate; così pure si scorgono nella veduta xilografica che accompagna la guida del 1566 le arcate di mezzogiorno. Il portichetto è poi anche riprodotto con esattezza nella sua struttura originaria nella planimetria del complesso di Nazaret nel “Li- bro dei Misteri” (1565-70). Ma proprio in quel giro di anni, avvertita l’esigenza di rappresentare la Visita di Maria a S. Elisabetta in seguito al sempre più vasto diffondersi della devozio- ne al Rosario, si era in un primo momento iniziato ad adattare a questo scopo un “picciol loco” posto subito dopo l’Annunciazione di allora (attuale Visita- zione), come ricordano le guide del 1566 e dei 1570. Il “picciol loco”, come già si è detto trattando della cappella della Visitazione, non è altro che la prima arcata del lato del portichetto verso mezzogiorno, ossia quella più a levante. Essa venne allora chiusa; infatti, ancor oggi, il modesto vano che se ne ricavò, delimitato da sottili pareti, è raffinatamente ornato a motivi de- corativi cinquecenteschi, sia sulle pareti che sulla volta, eseguiti evidentemente poco dopo il 1566. Presentatasi però alla fine dei 1572 l’occasione di usufruire dell’ambiente molto più prestigioso dell’Annunciazione che veniva trasferita nella S. Casa di Loreto, rimase sospeso il completamento di questo piccolo am- biente per una prima ed assai umile soluzione per accogliere la Visita di Maria a S. Elisabetta. Cosi quel modesto locale ricavato dalla prima arcata del portichetto, venne degradato a magazzino, come è tuttora, mentre la parte superstite del portico risultava ormai ridotta solo più a due arcate; quella d’angolo e quella a nord. Esse erano abitualmente sfruttate, data la loro posizione, per ricovero dei pel- legrini, come abbiamo già detto, ma anche come luogo di ristoro. Infatti il vesco- vo Bascapè nella relazione della sua visita pastorale in data 25 settembre 1594, rimproverava l’uso invalso di vendere cibarie sotto l’arco della Porta Maggiore e di fermarvisi a mangiare e ricordava che era a ciò riservato appunto un basso edificio presso il sacello dell’Annunciazione, ossia il portichetto, per la cui man- sione il servo del Sacro Monte riceveva denaro. Ma non molto dopo, nel 1597 veniva impiantata presso la Porta Maggiore la prima osteria, per cui il portichetto si rendeva libero. In una sua nuova visita al Sacro Monte il 4 aprile 1603 lo stesso vescovo mons. Bascapè pensò di usufruirne per collocarvi la nuova raffigurazione del Primo so- gno di S. Giuseppe. In seguito a questa decisione vennero chiuse le arcate e separate tra loro le due campate. Quella più a nord, collegata con la primitiva Grotta di Nazaret, venne 42 Cappella - 4
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