Page 323 - Libro Sacro Monte di Varallo
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concitato ondeggiare ed agitarsi di lance, aste, alabarde, picche, piumazzi super- bi, stupefacenti turbanti orientali, che il Tanzio non aveva potuto vedere se non a Venezia. Impassibili nel fondo dei porticati, come ombre severe, le finte statue bronzee nella semioscurità delle nicchie. Nell’ultima arcata di destra irrompe un’altra fiumana, recando la veste bian- ca a Gesù, seguita da un drappello di soldati; sul fondo, nella fuga prospettica di un’interminabile via fiancheggiata da alti edifici, tra il nervosismo della folla, av- viene l’ultimo, patetico incontro di Gesù (le mani legate dietro alla schiena) con la Madre, mentre con un lungo percorso viene ricondotto a Pilato: commosso, struggente addio, che conchiude con un tocco di sommesso, altissimo sentimen- to il travolgente ciclo pittorico. E proprio quest’ultima arcata con la sua ampia apertura spaziale, che si collega volutamente a quella della prima arcata, in cui abbiamo visto raffigurato Gesù condotto da Erode, ha suggerito recentemente la formulazione di un’ipotesi interessante ed originale, ma difficilmente sosteni- bile, e cioè che la cappella abbia subito negli anni iniziali una rielaborazione “da leggersi in una vera e propria dinamica totale”. Avvalorerebbe la supposizione il fatto che nell’interno si notano tre porte sul lato di facciata, corrispondenti ai tre spazi del colonnato esterno, di cui le due laterali sarebbero in seguito state otturate. Come conseguenza la visita alla cappella avrebbe dovuto avvenire en- trando dalla porta di sinistra (la più vicina alla precedente cappella di Pilato), scorrendo lungo la parte anteriore della scena, per uscire dalla porta di destra. Ora, pur ammettendo che in un primo momento fossero state create tre apertu- re, basta richiamarsi a tutte le altre cappelle ideate da Giovanni D’Enrico, o da lui rielaborate e completate (e sono veramente tante a Varallo, senza aggiungere quelle di Orta e di Oropa), per rendersi conto che in nessuna mai immaginò di far entrare i visitatori e di farli sfilare da un ingresso ad un’uscita. Anzi, ciò sarebbe stato esattamente l’opposto di quanto ci si stava prefiggendo ormai da anni per volere del vescovo Bascapè in seguito all’esperienza fatta con le cinque- centesche cappelle di Gaudenzio, in cui in un primo tempo i fedeli realmente sfilavano dinnanzi ai gruppi statuari. All’epoca del tempietto di Gesù condotto dinnanzi ad Erode si era ormai da anni andata stabilendo ed attuando una netta separazione tra i visitatori e la sce- na figurata, proprio per le cappelle gaudenziane. Così nella sua visita del 1604 il Vescovo ordinava di mettere reti di ferro davanti alle pitture di Gaudenzio, soprattutto nella Crocifissione, e poco dopo verrà posta davanti alla scena scul- torea una splendida grata lignea, ora in Pinacoteca a Varallo. Così nel 1614 si eliminava proprio il sistema di sfilare davanti alla scena figurata nella cappella Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 323
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