Page 320 - Libro Sacro Monte di Varallo
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evali, vengono ricordati per esempio nel Trecento da Franco Sacchetti nella IV novella, quella assai celebre di Messer Barnaba signore di Milano, dell’abate e del mugnaio. Pure antichi per origine ed assai diffusi erano i mastini, tanto che ben due degli Scaligeri, signori di Verona, si chiamarono Mastino. L’incrocio però dei mastini con gli alani ha origine proprio ad iniziare dai primi anni del Seicento. Ciò mette in evidenza un aspetto della parte figurativa del Sacro Monte fi- nora mai considerato: quello dello studio dei tanti animali rappresentati nelle sue cappelle, che riserverà molte sorprese, come mi fece notare alcuni anni or sono un esperto del campo. Fulcro della ‘’stultitia mundi”, della vita di corte che si esibisce in tutto il suo fasto appariscente e superficiale, con baldacchino, trono, paggi, cani, nano, ecc., è lo stesso Erode, solennemente assiso, rinserrato tra le due sfingi dorate dei braccioli del trono, figura vuota, quasi insignificante, succube del suo stesso rango, invano resa “grintosa” dai vistosi baffi, cosi come ce lo presenta con spietato ed acuto senso psicologico Giovanni D’Enrico. In con- trapposizione al sovrano, prigioniero del suo ruolo, tutt’attorno a lui si scatena la girandola umana, travolgente di gesti e di colori, di situazioni, di sentimenti e di passioni, con la consueta resa magistrale di abiti fantasiosi, di pieghe ridondanti, di armature appariscenti, di turbanti ricercati, di volti d’insuperabile eloquenza: a destra i membri del sinedrio, a sinistra i soldati della corte di Pilato. In tanto tumultuante azione, in cui si sfogano le più tenebrose passioni, in un frenetico vitalismo, la figura di Gesù, con la sua mite, silenziosa presenza “sapientia Cri- sti”, quasi scompare, raccolta ed umile ai piedi del trono e neppure degna di uno sguardo il potente della terra che ostenta tutta la sua pompa: eloquente lezione del silenzio. Ma Giovanni D’Enrico la evidenzia per l’alta spiritualità che ema- na col suo atteggiamento raccolto ed interiorizzato, per la superba modellazione delle sue vesti, l’inconsueta posa del mantello calato dalle spalle e trattenuto da una fune sulla parte anteriore della persona con un’ampia, grandiosa falcatura di panneggi che precorre nel tempo e supera quella della Vergine in gloria nella Vestizione di S. Chiara al Sacro Monte di Orta. Il ciclo pittorico A differenza di quanto si era verificato nel mistero precedente, di Gesù con- dotto per la prima volta da Pilato, in cui l’azione si svolgeva all’aperto, ed il fra- stuono della folla tumultuante sembrava espandersi nelle lunghe prospettive di strade e di paesaggi, qui nel Palazzo di Erode, tutto si addensa e si ripercuote con assordante rimbombo in un’aula, sia pur dilatata dal solenne portico, chiuso 320 Cappella - 28
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