Page 324 - Libro Sacro Monte di Varallo
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dei Magi, murando i passaggi originari ed aprendo in sostituzione il grande fi- nestrone attuale con l’aggiunta dell’antistante androne. Così poi, sempre nei primi decenni del Seicento, vengono sistemate le molte e pregevolissime grate lignee per rendere più misteriose ed affascinanti le vedute dell’interno delle va- rie cappelle con continue sorprese, nuove scoperte e nuove sensazioni. Per tutti questi motivi mi pare quanto mai improbabile che Giovanni D’En- rico volesse ritornare indietro di un secolo per riesumare un sistema già abban- donato negli anni Quaranta del Cinquecento, perché metteva in continuo pe- ricolo statue ed affreschi. Se veramente nell’erezione della cappella erano tre le aperture, doveva trattarsi di finestre e non di porte (lo spessore dei parapet- ti delle finestre è per lo più, si noti, all’interno delle cappelle assai inferiore di quello delle pareti intere, come del resto avviene normalmente col “vano della finestra”). Ed è proprio per la ricerca di una più suggestiva visione della scena interna, più forte e coinvolgente, che se in origine poteva esser stata preventivata l’apertura di tre finestre con l’intento di cogliere vari punti di vista e tanti par- ticolari, ben presto le due aperture laterali dovettero venir eliminate. Tutta l’attenzione doveva convergere sul punto focale dell’azione. Anche per il ciclo pittorico del Palazzo di Erode, come già per quello della cappella precedente di Gesù condotto per la prima volta a Pilato, ci restano alcuni altis- simi disegni preparatori, testimonianza di eccezionale interesse del tormentato lavorio preparatorio per un’opera di così tanta foga e di così intensa passione. Tre sono quelli della Pinacoteca di Varallo che negli scorsi decenni venivano riferiti alla cappella. Il primo, uno schizzo molto scenografico di una Strada di città con folla, alcuni scalini ed accenno ad una balaustra sulla destra, già creduto un abbozzo per la fuga prospettica dell’ultima arcata di destra. Abbiamo invece riconosciuto, trattando della Prima presentazione a Pilato, non essere altro che l’idea iniziale per lo sfondo della stessa cappella. Il secondo ed il terzo disegno, raffiguranti due slanciate figure erette, creduti degli studi per le statue dipinte entro le nicchie dei portici nel fondo architettonico, sono invece risultati essere l’uno lo schizzo preparatorio per la S. Caterina, ora nel Museo del Paesaggio di Pallanza, ma proveniente dalla chiesa parrocchiale di S. Leonardo, e l’altro quello per uno degli angeli sulle fasce laterali della cappella dell’Angelo custode in S. Gaudenzio di Novara. È invece da riferire sicuramente alla cappella di Erode la caratteristica Testa di vecchio con barba fluente e copricapo, sempre della Pinacoteca varallese, figura mai ricollegata finora a qualche opera eseguita, che si deve identificare “ad evidentiam” col vegliardo che compare dietro all’uomo col vistoso turbante nell’angolo dell’aula, nella seconda arcata della parete di 324 Cappella - 28