Page 168 - Libro Sacro Monte di Varallo
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disegni dell’edicola, compare una seconda versione, una variante, di dimensioni ancor più limitate, tracciata evidentemente in un secondo momento, proprio per la preoccupazione di contenere le spese, come dice con estrema chiarezza la didascalia in caratteri assai minuti: «Me parso di fare il presente disegno per il tempio della Trasfigurazione acciò volendo diminuire la spesa se possa ridurre a minor grandezza come si vede nel sotto descritto disegno et servirsi dei muri già fatti abassandoli, o pur...». Infatti il nuovo progetto di tempio, sempre cir- colare, risulta un’edicola, ricoperta da cupola visibile dall’esterno, senza lanter- nino di coronamento e senza padiglione a vetri nell’interno. Interessante è poi la proposta di sfruttare il muro periferico in parte già innalzato, o per creare un sedile circolare tutt’attorno alla cappella, o per erigervi un porticato anulare. Il Galloni già aveva notato quest’indicazione di «muri già fatti», ma l’aveva erro- neamente interrelata come riferita ai muri della preesistente cappella (per lui del Credo, ma in realtà dell’Ascensione). Ma è evidente che questo muro periferico di ampiezza assai superiore al tempietto ideato dall’Alessi nella seconda redazio- ne del progetto, non può corrispondere al perimetro molto piccolo dell’antica cappelletta dell’Ascensione. È dunque evidente che qualcosa si cercò di fare secondo il primo progetto del «Libro dei Misteri», anche se ben poco venne realizzato, ossia soltanto le fondamenta con le strutture perimetrali di base. Circa due o tre anni dopo, nel «memoriale» del 1572 si trova una lunga notazione che a tutta prima può ri- sultare poco chiara: «Si ha da cercare di finire la Cappella dil... (Probabilmente del Figlio della vedova che precede la Trasfigurazione) et quella dil Monte Ta- bor nella quale si ha da levare via quelli pilastri di dentro che sporgono in fuori si per grandire detta Cappella acciò li possa star più comodamente il Monte Tabor come per fugire la spesa maggiore che li anderia. Che li pilastroni quali sono nel Monte Tabor che si hanno da levare per agrandire il tempio si avertisca che M. Marcantonio reformi le basi de detti pilastroni acciò possano servire alla Cappella della Ascensione quale si deve fare, insieme colle altre pietre quale simil- mente di novo serviranno a questo effetto». Può dunque apparire enigmatico che genere di pilastri o pilastroni potessero esserci nella preesistente cappella dell’Ascensione. Nulla era riuscito a chiarire al riguardo il Galloni. Ma se si tiene presente che abbiano identificato quel tem- pietto con un singolare edificio costituito da un piccolo corpo di fabbrica pre- ceduto da un atrio o pronao di dimensioni maggiori, si capisce facilmente che i «pilastroni» devono esser appunto quelli reggenti il pronao, evidentemente conglobati in gran parte entro il perimetro del nuovo più grande edificio circo- 168 Cappella - 17
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