Page 167 - Libro Sacro Monte di Varallo
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di Galilea, cosa state mirando in alto?) (Atti 1,11). Tale mistero esiste a Ge- rusalemme sull’Oliveto, ma a Varallo non solo all’Alessi, ma alla totalità delle persone che nulla sapevano dei vari santuari palestinesi, doveva sembrare un’i- nutile replica dell’Ascensione. Contemporaneamente l’architetto stabilisce di sostituire alla primitiva cappella dell’Ascensione la scena della Trasfigurazione che il Caimi non aveva pensato di erigere, mutando cosi quella parte dell’antico Monte Oliveto in Monte Tabor. Nella premessa al «Libro dei Misteri» l’autore, dopo aver illustrato la cap- pella del Figlio della vedova, così prosegue: «Più oltre piegando a mezzogiorno si trova un collicello molto rilevato dove desidero si facci un tempio rotondo et nel mezzo di esso si dimostri con un poco di sollevazione il Monte Tabor sopra il quale si veggano i tre discepoli intorniati d’una lucidissima nube giacere in terra come morti et si veda il N. S. trasfigurato risplendere tra Moise et Elia». E nella parte illustrativa dei vari progetti ci dà tutti i disegni del nuovo tempio circolare da lui ideato, di struttura semplicissima, ricoperto da un tetto conico e coronato da un’altissima lanterna, simile quasi ad una guglia, racchiudente nell’interno un’ariosa cupola semisferica, mentre l’aula viene occupata nello spazio centrale, secondo la bizzarra soluzione già altre volte proposta dall’Ales- si, da un padiglione a vetri, pure conchiuso da una copertura cupoliforme per contenere il gruppo statuario. E nello schizzo raffigurante il mistero presenta appunto il Cristo trasfigurato tra Mosè ed Elia ed ai suoi piedi i tre Apostoli. Una raffigurazione, come si vede, limitata all’essenziale, priva di tutta la parte riguardante il fatto verificatosi contemporaneamente ai piedi del monte con la liberazione dell’indemoniato da parte degli Apostoli. Tutto ciò rivela un’ideazione non grandiosa, di sole sei statue, molto più ridotta di quella realizzata in seguito, che richiedeva quindi anche uno spazio modesto ed un’edificio di dimensioni contenute e, per quanto maggiori della «picciol chiesa» dell’Ascensione, certe assai più piccolo dell’attuale. Ciò prova ancora una volta come le costruzioni alessiane non avrebbero certo trasformato il Sacro Monte in un complesso dall’«orgoglioso predominio dell’architettu- ra» rispetto alle altre arti, come erroneamente in quest’ultimo quindicennio si è andati proclamando. Vi sarebbe stato invece un Sacro Monte dotato di tem- pietti assai meno «orgogliosi» di quelli costruiti in seguito ed un complesso molte meno fitto di costruzioni di quello attuale. È poi interessante notare come per il mistero delle Trasfigurazione lo stesso «Libro» presenta, ed è un caso unico, non un solo progetto per la parte ar- chitettonica, ma due. Infatti sul verso del primo foglio riguardante appunto i Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 167
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