Page 158 - Libro Sacro Monte di Varallo
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nell’interno, subito a destra della porta d’ingresso, in cui lo spazio originaria- mente riservato ai fedeli è interrotto ed è occupato dall’antiestetica struttura muraria convessa appartenente appunto all’abside della cappella di Gesù davan- ti ad Anna. L’intromissione di questo corpo estraneo nella preesistente cappella del Figlio della vedova risulta ancora più vistosa nella zona sovrastante il soppal- co ligneo che copre lo spazio riservato ai fedeli, perché la muratura arquata che in quel tratto già tende a costituire la parte esterna della calotta absidale della cappella di Anna, spicca grezza con i blocchi di pietra a vista sulle pareti into- nacate e dipinte del Figlio della vedova (fatto visibile però soltanto se si passa ad osservare nella zona occupata dalle statue), ed è questa forse la ragione per cui venne posto il soppalco ligneo a chiudere superiormente lo spazio destinato ai visitatori. All’esterno poi la parte absidale della settecentesca cappella di Anna, nasco- sta e conglobata entro una muratura rettilinea, disposta con andamento lieve- mente diagonale, non solo è venuta ad addossarsi alla facciata della cappella del Figlio della vedova, ma ne ha inevitabilmente sfondato e distrutto tutta la parte di destra. Di conseguenza la facciata così manomessa è stata mutilata di alme- no un terzo rispetto alle sue originarie dimensioni, risultando di conseguenza totalmente asimmetrica ed irriconoscibile. Infatti la porta, già al centro, appare ora come all’estrema destra, mentre tutta la struttura architettonica ha perso irrimediabilmente quel senso di equilibrio e di sobria armonia che l’Alessi le aveva donato e che si può ancora scorgere, oltre che nei disegni del «Libro dei Misteri», nelle vedute seicentesche del Monte, come quella di Hendrick Van Schoel, anteriore al 1631 (perché dedicata al cardinal Federico Borromeo mor- to in quell’anno), quella che illustra il volume del Fassola (1671) e l’altra non meno celebre, incisa nello stesso anno da Gaudenzio Sceti. Scoperta dunque la paternità della cappella e ritrovata la sua originaria confi- gurazione è ora necessario puntualizzarne la cronologia. Dopo la progettazione nel «Libro dei Misteri» (1567-68), la prima notizia si incontra nel «Memoriale» del settembre 1572 in un riferimento alla cappel- la del Paralitico «qual è tra la Capella della Samaritana e quella del Figlio della Vidua», che quindi doveva già esistere, o almeno esser stata iniziata. E questo spiega anche perché si adottò il progetto dell’Alessi data la cosi breve distanza dalla stesura del «Libro dei Misteri». Poco dopo il testo del «Memoriale» prosegue «Si ha da cercare di finire la Ca- pela dil... et quella dil Monte Tabor...». Purtroppo la trascrizione del Galloni è rimasta lacunosa proprio riguardo al nome della cappella; ma essendo quella del 158 Cappella - 16