Page 620 - Libro Sacro Monte di Varallo
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rivela sotto l’invadente decorazione degli stipiti, uno schema simile a quello del- la porta dell’originaria Ultima Cena sul Monte Sion, poi Cappella degli Eser- cizi, ora conglobata nell’Albergo del Pellegrino, di pochi anni posteriore, ma anch’essa risalente ai primordi del Sacro Monte. A questa era originariamente sovrapposto come timpano il rilievo dell’Agnus Dei, ora murato sulla porta del campanile. A quella del Santo Sepolcro sovrasta la lapide marmorea riguardante l’erezione del Sepolcro stesso per opera di Emiliano Scarognini. Attorno alla porta, quasi perno di tutta la parete, si sviluppa a raggera in un insieme caleido- scopico, la singolarissima raccolta di elementi vari e preziosi, costituita da due reliquiari e da ben tre iscrizioni, incorniciati ed inglobati nell’esuberante de- corazione settecentesca. Sulla sinistra è murato un acquasantiere rinascimenta- le in marmo bianco a forma di conchiglia, o di semicatino baccellato, risalente all’epoca di costruzione del Santo Sepolcro. La sua presenza, come all’ingresso di una chiesa per segnarsi con l’acqua benedetta, rivela la sacralità riconosciuta al complesso dell’edificio. Però la sua collocazione sulla sinistra dell’ingresso appare anomala rispetto al Santo Sepolcro, perché abitualmente situato sul lato destro, se unico, in un edificio sacro. Ritengo che sia stata collocata in quella posizione per servire anche a chi voleva assistere alle celebrazioni liturgiche nella confinante cappella di San Francesco. Al di sopra dell’acquasantiere, entro una piccola nicchia di sagoma mistilinea baroccheggiante è riposta la teca contenen- te il teschio del fondatore del Sacro Monte, Beato Bernardino Caimi, con al di sotto una piccola lapide marmorea esplicativa. Quindi, perseguendo in senso orario, campeggia al di sopra della porticina che immette nel Sepolcro, la lapide in marmo bianco, di fondamentale importanza per le vicende iniziali del Sacro Monte, recante la data 7 ottobre 1491. Immediatamente al di sotto, tra la lapi- de e la porticina, è affrescato un flessuoso cartiglio settecentesco per richiamare all’attenzione dei fedeli che nel Sepolcro varallese venne rivelato da un angelo a San Carlo Borromeo l’ora della sua morte. Al di sopra tra la lapide marmorea e la volta, un altro cartiglio recava una scritta, purtroppo oggi ridotta in pessime condizioni e di lettura pressoché indecifrabile, forse per attestare delle indulgen- ze riferite al Sepolcro stesso, o per riportare dei testi biblici sempre riguardanti il Santo Sepolcro. A destra in fine, a far da riscontro alla nicchia contenente il teschio del Caimi, si trova un’analoga nicchia, pure corredata da una piccola la- pide marmorea, contenente un reliquiario ligneo seicentesco con un frammento della pietra del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Si tratta dunque di testimonianze, documenti, reliquie che rendono quanto mai preziosa questa parete, creando un’aura di sacralità a sottolineare l’impor- 620 Cappella - 42
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