Page 621 - Libro Sacro Monte di Varallo
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tanza particolarissima del luogo in cui si sta per entrare. È una premessa di gran- de significato, sia religioso, sia storico, un tempo sicuramente di effetto del tutto particolare per i pellegrini profondamente devoti, a cui purtroppo oggi la mag- gior parte dei visitatori non presta molta attenzione, mentre pochi vi rivolgono uno sguardo, un’occhiata per lo più frettolosa e superficiale. • La lapide di Milano Scarognini e le altre due scritte Al di sopra della porticina d’ingresso, al Santo Sepolcro si sovrappongono ben tre iscrizioni. La prima e l’ultima sono dipinte ad affresco entro cartigli facenti parte di tutta le decorazione barocca dell’arcata del portico. Quella di mezzo invece è scolpita su una lastra di marmo ed è la più antica e la più importante: anzi, direi la più importante di tutto il Sacro Monte. Essa campeggia bianca a dar prestigio e particolare rilievo all’ingresso stesso, come un nobile e solenne sopraporta, ma anche come documento ufficiale a proclamare a tutti, soprattutto ai poste- ri, i dati fondamentali riguardanti il Sepolcro di Varallo. Per circa due secoli sulla parete spoglia spiccavano isolati unicamente l’austero portale d’ingresso, affiancato dall’acquasantiere, dalla nicchia con la reliquia del capo del P. Caimi, ed in alto la candida lapide semplicissima, scandita dalla sua fitta iscrizione, con- ferendo un tono sobrio, aulico, di rinascimentale compostezza e dignità a tutta l’arcata. L’iscrizione è un raro e pregevole esempio di cultura umanistica in ambito val- sesiano, che nei decenni successivi avrebbe visto fiorire figure d’un certo rilievo con Giovanni Maria Mignotti da Piode, che nel 1534 scriverà sul Sacro Monte la sua opera Mignotydea, e più avanti nel tempo il poeta Giacobino Bocciolo- ne da Valduggia, autore di versi latini, ed il celebre Giovanni Battista Rasario, pure valduggese, professore di eloquenza greca e latina all’Università di Pavia ed a Venezia. Ben si era reso conto dell’importanza della lapide il Fassola, che per primo ne aveva riportato integralmente il testo con questa premessa: “Milano Scarrognino ridottà questo termine la Santa Fabrica à gloria d’Iddio sopra il San- to Sepolcro fece porre intagliate queste parole, che pure hoggidi si mirano sopra la porta nell’entrare. Magnificus D(omi)n(u)s Milanus Scarrogninus hoc Sepulchr(um) Cu(m) Fabrica sibi contigua Christo posuit MCCCCIXXXXI Die Septimo Octobris; R. P. Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 621
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