Page 55 - Libro Sacro Monte di Varallo
P. 55
Certo l’effetto doveva riuscire straordinariamente suggestivo passando ac- canto al sontuoso corteo dei Magi a distanza ravvicinata, che obbligava ad una più intensa partecipazione all’avvenimento sacro a contatto quasi diretto di quei favolosi personaggi orientali. Ma purtroppo, come si è detto, molto venne com- promesso con l’erezione dell’atrio nel 1614 e l’apertura del grande finestrone. Il gruppo scultoreo costituito da sole dieci statue, che originariamente per la felice e quasi naturale disposizione di ognuna di esse era sufficiente, in unione col coro delle figure dipinte ad ottenere un grande effetto di ricco ed affollato corteo, risulta purtroppo sminuito. Le poche statue erano distribuite in modo sapiente sia per non risultare isolate tra loro e popolare efficacemente lo spazio, sia per essere osservate in successione da sinistra a destra. Ora, invece, colte subito in un unico colpo d’occhio, paiono inspiegabilmente confinate contro la parete di fondo, e di conseguenza si nota più facilmente una certa disuguaglianza di altezza esecutiva tra alcune di esse. È probabile infatti che vi sia stato un certo intervento di allievi accanto a Gaudenzio. È stato per primo il Bordiga (1830) a fare il nome di Fermo Stella per la modellazione dei cavalli, pur mancando di qualsiasi supporto documenta- rio e pur essendo conosciuto lo Stella solo come pittore. L’attribuzione come di consueto, è stata ampiamente ripresa fino ad oggi. Il Colombo poi (1881) avanzò il nome dei figlio di Gaudenzio, Gerolamo, ed immaginò addirittura che in seguito alla morte di quest’ultimo, avvenuta secon- do lui nel 1539, Gaudenzio si fosse allontanato da Varallo lasciando incompiuti gli affreschi. Ma si è visto che la datazione della cappella deve porsi tra il 1525 ed il 28; il Colombo poi non conosceva i molti documenti degli anni 1537, 38, 39, 40, che dimostrano la costante presenza di Gaudenzio a Milano e non a Varallo in que- gli anni. Non si può invece dimenticare che ad iniziare dal 1521 fino al 27 era a bottega presso Gaudenzio a Varallo, Giuseppe Giovenone (il vecchio), fratello di Gerolamo Giovenone, che quindi molto più verosimilmente dello Stella (at- tivo invece a Morbegno proprio nel 26 ed a Teglio in Valtellina nel 28) può aver prestato la sua opera di allievo ed aiuto. Ciò non impedisce che l’insieme sia sorretto da un’organica concatenazione, da invenzioni geniali e dalla consueta efficace istintività e forza mimica che le- gano tra loro le figure, potenziate fino a pochi anni or sono dalle barbe e dai ca- pelli antichi, quasi certamente quelli originali delle “truccature” di Gaudenzio, arruffati e mossi, che tanto brio e carica vitale contribuivano a dare alle figure. Certo tra i brani più alti sicuramente autografi devono essere il Mago moro Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 55
   50   51   52   53   54   55   56   57   58   59   60